martedì 20 marzo 2018

Marco e Giuditta




Alle due del mattino il vecchio Marco
con in bocca la quinta sigaretta
intuiva disegni di fumo
che si spalmavano contro il soffitto
che aveva visto per quarant’anni
la dolce Giuditta dormirgli a fianco
non poteva chiamarli felici
ma gli erano scivolati addosso come pioggia.
Alle due del mattino il vecchio Marco
fu sorpreso della sua voglia
di guardarsi alle spalle per scoprire
se aveva lasciato un poco del suo odore
e per ricordare
se era stato qualche volta un re
e se n'era valsa la pena
diventare vecchi e pensarci su.

Alle due del mattino il vecchio Marco
si sentiva anche un poco buffo
quarant’anni vissuti a fianco
non le parlò mai così
ma la svegliò e le disse
“dimmi ma rispondimi francamente
hai mai amato qualcuno tanto,
ti prego dimmelo anche se non sono io
ma voglio sapere se era grande
o se era tagliente
se bruciava o se riscaldava
se sapeva di primavera
se era gioia o se era dolore
se era furia o se era tormento
se si soffre o si può volare
se si ride tanto quanto puoi morire”.

Alle due del mattino la dolce Giuditta
un poco meravigliata
capì che il suo vecchio compagno
era serio come non lo era stato mai
e gli disse: “dormi
ma che cosa vai a pensare
la parola “amore” è grande,
ci puoi mettere dentro tutto ciò che vuoi
ma se vuoi sapere
che si prova ad amare davvero
devi viverlo e non ricordare
non si può raccontare ciò che non senti più
la parola miele
puoi gridarla per mille volte
ma la bocca ti resta amara
se non mangi di quel dolce
ma son certa che l’amore c’era
non ricordi come si era belli
sono passati tanti rimpianti
siamo vecchi e di questo non parliamo più”.

Alle tre del mattino il vecchio Marco
con in bocca la sesta sigaretta
intuiva disegni di fumo
che si spalmavano contro il soffitto
che aveva visto per quarant’anni
la dolce Giuditta dormirgli a fianco
non poteva chiamarli felici
ma gli erano scivolati addosso come miele.

(Franco Fanigliulo)

domenica 18 marzo 2018

Visitors



I film di Godfrey Reggio si amano o si odiano.
Non ci sono vie di mezzo.
Sono una cartina al tornasole.
La prima volta che vidi Koyaanisqatsi ne rimasi incantato.
Adesso voglio recuperare il suo ultimo, Visitors.
Intanto mi è piaciuta molto questa intervista.
Sia per quello che dice Reggio.
E anche perché l'intevistatore lo lascia parlare e non lo "copre".

sabato 17 marzo 2018

Bogomolov, se lo conosci lo eviti

Ieri sera al Metastasio di Prato ho assistito alla riduzione di Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij messa in scena da Konstantin Bogomolov. Penso sia stato il peggior spettacolo teatrale a cui abbia mai assistito. Una letterale schifezza. Ho cercato in rete critiche a questo spettacolo e direi che mi riconosco moltissimo in questa di Nicola Arrigoni. Cito la chiosa finale:

I vari attori fanno quello che possono e sembrano andare per tentativi, essendosi costruiti le loro figurine addosso, cercando di intuire quello che forse lo stesso regista non aveva chiaro, ovvero come mettere in scena Delitto e castigo. Un vero peccato, almeno per chi scrive, uno spettacolo che ha regalato un senso di frustrazione e una cocente delusione. Forse ci si aspettava troppo da questo spettacolo. Ed anche la volontà di Konstantin Bomogolov di proporre un teatro che divida il pubblico non ha sortito effetto perché il pubblico l'ha unito nella comune perplessità e un senso soffocante di noia e provocazioni fini a se stesse.

domenica 11 marzo 2018

Frances McDormand

Frances McDormand (sposata con uno dei Coen) è una mia coetanea.
Mi è piaciuto molto il suo "Tre manifesti a Ebbing, Missouri".