mercoledì 29 settembre 2010

Un amore di fumetto


Questa sera, tornato a casa dal lavoro, ho trovato due riviste a fumetti nella mia buca delle lettere. Entrambe contenevano storie ottimamente disegnate (qui ai lati le immagini cliccabili con la prima e l'ultima tavola). Anche queste sono delizie per gli occhi.

La storia di Lucky Luke è scritta addirittura da Daniel Pennac.

La rivisitazione del capolavoro di Dalì è invece opera del maestro di Mirano.



domenica 26 settembre 2010

Una delizia per gli occhi

Ieri mattina la sveglia ha suonato alle 5. Presto, molto presto, perché mi aspettava una andata e ritorno per e da Treviso. Volevo rivedere il viso di mia mamma (sperando non fosse come al solito di pessimo umore). Pioveva forte ieri mattina alle 5. La voglia di rigirarsi nel letto e continuare a dormire era tanta. Poi mi sono fatto forza, ho fatto una doccia veloce e alle 5:30 ero già in viaggio. Una sosta all'area di servizio di Migliarino per riempire il serbatoio di gasolio (60 eurini), un caffè e via! Poco prima delle 8 ero al Cantagallo a Bologna per un altro caffè, una brioche e un SMS per chiedere come stava C. che la sera prima non aveva finito cena ed era piombata a dormire alle  8 e ½ di sera. Alle 10 a Treviso. Con il sole. Mamma non era di cattivo umore. Silente. Quasi sempre addormentata sulla sua carrozzella. Come ha detto anche mio zio oramai preferiamo di più di trovarla zitta e dormiente piuttosto che lamentosa, sofferente e irritata. E poi era stupenda. Si era fatta fare i capelli due gioni prima e il viso incartapecorito dall'età era liscio e calmo come quello di una bimba.

A mezzogiorno l'ho lasciata e sono andato in giro per la città. C'era il Treviso Comic Book festival (una micro-mini imitazione di una delle tante fiere del fumetto che oramai quasi ovunque spuntano in Italia). Ma la cosa spettacolare e grandiosa e stupenda era che c'erano anche molte mostre di Carnet de Voyage e, soprattutto, il raduno nazionale degli Urban Sketchers (italiani e non).

Ho visitato due mostre: la prima Carnet di Voyage nel palazzo Bomben, la seconda (Made in China di Andrea Longhi e Immagini che raccontano viaggi nello Spazio Paraggi). Una più bella dell'altra. La prima era un delirio di acquerelli e colori che uscivano da moleskine e block-notes. Avrei voluto rubare molte di quelle immagini e portarle a casa per ravvivare le pareti del mio appartamento. Bellissime. Un tripudio di colori e sogni colorati. Come la fioritura dei ciliegi in Giappone. Le altre due esposizioni erano anch'esse molto molto interessanti e ricche di disegni e immagini. Ma la cosa che mi è piaciuta ancora di più è stato vedere molti urban sketchers in giro per la città (illuminata dal sole e con i meravigliosi colori autunnali di arancioni foglie cadenti e marroni sparse al suolo) fermi in quasi ogni dove (soprattutto in Pescheria) ritrarre gli scorci della mia città. Veder nascere dal nulla, sul foglio bianco delle moleskine, degli acquerelli dei palazzi e degli alberi e dei canali di Treviso è stato emozionante.

Son tornato poi a salutare la mia mamma e a trovare una mia amica con cui ho fatto un po' di book-crossing (soprattutto Barbini), movie-crossing (soprattutto Eastwood) e music-crossing (soprattutto Gaber).

Infine ho ripreso la macchina (dove avevo scordato il telefonino che aveva intanto raccolto molti SMS e varie chiamate) e mi son rimesso in viaggio per casa.


giovedì 23 settembre 2010

Gli astrologi del nostro tempo sono gli economisti


Ieri sera ho saltato la mensile pizza dei book-corsari pisani perché il giorno prima, avendo scoperto che ci sarebbe stato Paolini a Pisa, sono riuscito a prendere un biglietto. Lo spettacolo, ancora in progress e non in forma definitiva, era ITIS Galielo.

Spettacolo alle 9, apertura cancelli alle 8 e
½, io alle 8 e ¼ ero già a far la fila per entrare. Così son riuscito ad essere in pole-position: prima fila posto centrale. E ovviamente, insieme ad altri due sventurati della prima fila, siamo stati offerti volontari da Marco per leggere alcune parti recitate della sua rappresentazione. Al primo è capitato di pronunciare Aristotile invece che Aristotele e Paolini c'è andato a nozze per tutto lo spettacolo: oltre due ore all'aperto nel freddo umido del Giardino Scotto di fine estate. Ma senza zanzare! La seconda se l'è cavata abbastanza egregiamente. Io per ultimo mi sono impappinato e leggendo uno scritto di Tolomeo ho pronunciato etiòpi invece che etìopi.

L'emozione gioca brutti scherzi, ma è abbastanza naturale: a fine spettacolo alcuni di quelli che si erano negati per salire sul palco mi hanno confessato che era un po' come con il professore a scuola e che quindi imbrogliarsi un po' durante l'interrogazione era naturale.

Alla fine lo spettacolo mi è abbastanza piaciuto. Non era ancora "pronto" e rodato come tante altre sue presentazioni ma la sufficienza piena e abbandondante ce l'aveva tutta. Le uniche cose che non ho sopportato sono state alcune sue imprecisioni matematiche, che essndo uno spettacolo in cui la protagonista principale era la matematica, sarebbe stato meglio non avere. Per esempio non ho retto quando Paolini dicendo che per 3 volte ogni 4 secoli si salta un anno bisestile (che è vero perchè non saranno bisistili il 2100, il 2200, e il 2300) ha poi anche aggiunto che noi abbiamo goduto di questa cosa nel 2000 perché in quell'anno non abbiamo avuto il 29 febbraio (e qui mi sono incazzato mentalmente con lui e la sua superficiale preparazione).

Però, a parte queste piccole cadute "matematiche", lo spettacolo è risultato piacevole e divertente e pur anche istruttivo. Ho imparato che Galileo per campare faceva oroscopi e che se l'è filata per 18 anni con una popolana di Venezia senza sposarla e facendoci tre figli. Così se il prossimo anno, quando lo spettacolo sarà più rodato, capitasse nella vostra città non lasciatevelo scappare.


lunedì 20 settembre 2010

549-8106494

Andò ad affacciarsi alla finestra, o per meglio dire all'abbaino, e lasciò errare lo sguardo su un paesaggio straordinario: in lontananza prati ammantati di neve, poi rotaie, fabbricati, travi di ferro, ammassi confusi del materiale di una grande stazione, vagoni senza locomotiva che si muovevano piano piano, locomotive senza vagoni che segnavano rabbiose il passo, fischi, grida, e sparuti alberi sfuggiti al massacro, che disegnavano mesti il nero viluppo dei rami contro un cielo diaccio.


giovedì 16 settembre 2010

Stalking



Dedicata ad una lontana amica
che domenica sera
mi ha fatto dapprima soffrire
e poi ragionare.

Tavola di Massimo Mattioli
(basta cliccarci sopra per poterla apprezzare a pieno schermo)
tratta dal nº 38 del 19 settembre 2010 de Il Giornalino.

martedì 14 settembre 2010

Bette Davis Eyes




Her hair is Harlow gold,
Her lips sweet surprise
Her hands are never cold
She's got Bette Davis eyes
She'll turn her music on
You won't have to think twice
She's pure as New York snow
She got Bette Davis eyes

And she'll tease you
She'll unease you
All the better just to please you
She's precocious
And she knows just what it
Takes to make a pro blush
She got Greta Garbo Stand off sighs,
she's got Bette Davis eyes

She'll let you take her home
It whets her appetite
She'll lay you on her throne
She got Bette Davis eyes
She'll take a tumble on you
Roll you like you were dice
Until you come out blue
She's got Bette Davis eyes

She'll expose you
When she snows you
Off your feet with the crumbs she throws you
She's ferocious
And she knows just what it
Takes to make a pro blush
All the boys Think she's a spy,
she's got Bette Davis eyes

And she'll tease you
She'll unease you
All the better just to please you
She's precocious
And she knows just what it
Takes to make a pro blush
All the boys Think she's a spy,
she's got Bette Davis eyes.


(Donna Weiss and Jackie DeShannon, 1974)
(Kim Carnes, 1981)

domenica 12 settembre 2010

mercoledì 1 settembre 2010

Volvo alla Lecciona

Oggi ho mandato in culo tutto e tutti e mi sono preso una giornata di ferie e me la sono goduta tutta in santa pace. Sono andato sulla spiaggia della Lecciona (nel parco naturale di San Rossore e Massaciuccoli tra Torre del Lago e Viareggio) dove mi sono bruciacchiato ben bene.



Visualizza La Lecciona in una mappa di dimensioni maggiori


Ne ho aprofittato per leggere uno dei 5 libri che ogni sera mi guardano torvi dal comodino. Si tratta di Volvo di Erlend Loe, che è un po' il seguito di Doppler - Vita con l'alce dello stesso autore. Il primo mi piacque moltissimo, assai più del secondo, dove invece l'autore si incensa un po' troppo. Nel secondo ci sono due livelli di narrazione: uno dove si tratta di Doppler (il protagonista) e un altro (un metalivello) dove Loe parla di se stesso e del libro che sta scrivendo.

A parte il libro mi sono goduto una stupenda giornata al mare. L'aria era limpida (come dopo un temporale, anche se in realtà sono giorni e giorni che non piove) e si potevano ammirare gli Appennini in primo piano e quasi toccare tutti i paesi che si affacciano sulle loro pendici. In spiaggia c'era pochissima gente (un aspetto per me molto positivo) ed era bella gente. Insomma tutto perfetto a parte il fatto che, una volta tornato a casa, mi sono accorto che ero tutto rosso come una aragosta. Sono decenni che non mi bruciavo così (sostanzialmente da quando avevo 20-25 anni) e non so se sia un segno che sto ringiovanendo oppure invecchiando.