domenica 27 novembre 2011

Manciù l'ultimo imperatore

Calzature di concubina,
Seta ricamata cotone e legno,
Regno di Guangxu (1875-1908).

Tipica scarpa delle donne mancesi che diversamente dalle cinesi non seguivano la moda del piede rattrappito. Questo modello era riservato all'alta società e la zeppa a forma di zoccolo di cavallo aveva il duplice scopo di innalzare la statura e di isolare i piedi dal freddo del terreno. Per di più questo tipo di calzatura obbligava ad una piacevole andatura dondolante.

Veste dell'imperatrice,
Seta ricamata,
Regno di Jiaquing (1786-1820).

Stupenda veste estiva appartenuta all'imperatrice e indossata in occasione delle feste di palazzo.

Candeliere,
Ottone dorato e smalti (cloisonné),
Regno di Guangxu (1875-1908).

Gru, simbolo di lunga vita, regge con il becco una foglia di loto, che fa da candeliere.


Frigorifero,
Ottone e smalti (cloisonné),
Regno di Qianlong (1735-1796).

Raro esemplare di frigidaire nel quale veniva conservato il ghiaccio per il duplice uso di conservare le carni e raffreddare le stanze. La preziosa lavorazione a cloisonné testimonia che si tratta di un oggetto riservato alla famiglia imperiale. L'anima "interna" è di legno con rivestimento in piombo. Dai due fori superiori per constrato con l'aria calda esterna usciva aria fredda come da un condizionatore. Il ghiaccio veniva raccolto d'inverno dai fiumi gelati e conservato in apposite ghiacciaie.

Brocca "Duomu",
Porcellana,
Regno di Qianlong (1735-1796)

La porcellana con decorazione "Fencai" (multicolore) è tipica del regno di Qianlong: questa brocca imita la forma dei caratteristici recipienti mongoli "duomo" utilizzati per miscelare il tè con il latte, bevanda nazionale delle steppe. Il manico è a forma di drago e il beccuccio a forma di fenice.



Sono solo alcuni degli oggetti che ho visto oggi nelle 20 sale della mostra Manciù l'ultimo imperatore (Treviso, Palazzo dei Carraresi, fino al 13 maggio 2012). Provengono dalla Città Proibita e dal Palazzo d'Estate e alcuni di essi sono visibili solamente in questa mostra (non sono visibili neppure se si va a visitare il museo della Città Proibita perché non sono esposti al pubblico neanche in Cina).

La mostra è l'ultima delle 4 mostre biennali curate dal sinologo Adriano Madaro e che hanno complessivamente coperto 22 secoli di storia e arti cinesi. Il livello qualitativo di questa (come delle tre precedenti) è elevatissimo. Se nei prossimi 6 mesi vi capitasse di passare per Treviso non lasciatevi scappare questa possibilità: è un approfondito sguardo su un impero scomparso che vi rimmarrà impresso per sempre nella memoria.

Il biglietto costa 12 EUR. È assolutamente necessario che prendiate e utilizzate l'audio-guida (compresa nel prezzo). Il tempo necessario per visitare tutta la mostra (da fare quando ci sono poche persone) è di due ore.

martedì 22 novembre 2011

La vita segreta delle api



Le api arrivarono nell'estate del 1964, l'estate in cui compii quattordici anni e la mia vita prese a girare in un'orbita completamente nuova. Ripensandoci adesso, le api sono state mandate. Voglio dire che mi apparvero come l'angelo Gabriele a Maria Vergine. So che è presuntuoso confrontare la mia umile vita con la sua, ma ho motivo di credere che a lei non importerebbe.

Lo spray sui manifestanti di Occupy





Senza alcuna provocazione oltre a quella rappresentata dai corpi degli studenti che sono semplicemente rimasti seduti a terra, tenendosi per le braccia, la polizia ha spruzzato spray urticante. Gli studenti sono rimasti seduti, contorcendosi dal dolore, tenendosi per le braccia. Cos’è successo dopo?

La polizia ha usato manganelli per provare a dividerli. Quelli che si lasciavano separare dagli altri venivano arrestati: i poliziotti facevano pressione sui loro corpi spingendogli la testa sul terreno. Quelli che sono riusciti a restare al loro posto sono stati colpiti direttamente sul volto dallo spray, mentre venivano tenuti fermi. Quando gli studenti si coprivano gli occhi con i vestiti, la polizia li costringeva a aprire la bocca e gli spruzzava lo spray direttamente in gola. Molti di questi studenti sono stati portati all’ospedale. Altri sono feriti. Uno di loro, quarantacinque minuti dopo essere stato colpito dallo spray direttamente in gola, stava ancora tossendo sangue.

Nathan Brown
professore associato di letteratura inglese alla Davis




La legge californiana vieta l’uso dei gas urticanti contro manifestanti pacifici e lo consente solo in caso di pericolo per gli agenti. Il capo della polizia di stanza presso la University of California Davis, Annette Spicuzza, ha affermato che la decisione è stata legittima «perché gli studenti avevano circondato gli agenti. E loro dovevano uscire dall’accerchiamento e si sono dovuti aprire un varco».
Ri-vedere il video per credere!

domenica 20 novembre 2011

Mia vecchia libreria


Ogni giorno che trascorro a Buenos Aires scopro qualcosa di nuovo.
Ero di ritorno dalla tomba di Evita, camminavo lungo il muro del Cimitero della Recoleta, ed ecco, m’imbattei in una libreria antica con dentro un intero mondo, anch’esso antico. E’ stato un altro dei preziosi doni che ho ricevuto da questa città.
Dietro il bancone, un anziano signore dall'aria distinta consultava alcuni cataloghi buttando di tanto in tanto un occhio a un vecchio computer sulla scrivania. Intorno all'anziano libraio, con gli occhiali e il maglione rosso, antichi mobili di ciliegio custodivano sotto chiave rarissimi e preziosissimi volumi dal valore sicuramente inestimabile.
Regnava il silenzio più assoluto, un silenzio rotto soltanto dal rumore delle pagine sfogliate e dei passi che scricchiolavano sul legno del pavimento.
L’avevo scoperta per caso e subito mi rammentò un bellissimo film con Anthony Hopkins e Anne Brancroft. Ricordate? Helen è una scrittrice americana che vive a New York, è alla ricerca di alcuni libri rari. Entra in contatto con una libreria specializzata di Londra, al numero 84 di Charing Cross (e questo indirizzo è anche il titolo del film). Inizia una relazione epistolare con il direttore della libreria: continuerà anche se i due non s’incontreranno mai.
Per me questa libreria di Baires è diventata l’equivalente della libreria all’84 di Charing Cross. Anche dopo che sono tornato in Italia ho coltivato l'idea di mettermi in corrispondenza con il vecchio professore di storia in pensione che la gestisce. Un professore speciale, che di nome fa Gustavo Schiffer, per una libreria speciale.
Fantasticavo: mi piaceva l'idea di scrivere, di scriversi e ogni tanto di farmi mandare un bel libro, raro e importante, che non avrei mai trovato in Italia.
Libri scomparsi, libri ricercati, libri che nemmeno sapevo di desiderare.
Ma soprattutto mantenere un contatto con un anziano signore che fa un mestiere bellissimo, un mestiere utile, benché oggi poco considerato, quello del libraio. E mantenere questo contatto malgrado la distanza. E magari farsi raccontare la città quando ti manca.
Tra noi la scintilla era scoccata subito.
"Davvero lei è uno scrittore viaggiatore?" mi aveva chiesto con malcelato interesse. Per poi aggiungere: "Peccato, non ho più il nostro precedente catalogo che avevamo dedicato a un’importante selezione di viaggiatori. C’erano molti libri in cui si racconta che cosa disse e cosa scrisse chi, nel passato, per un motivo o per l’altro, si avvicinò alle nostre coste e in questo modo influì sulla storia argentina. Invariante storica l’abbiamo chiamata".
Non capivo bene cosa mi stava dicendo ma gli chiesi di mandarmi in Italia una lista dei libri di viaggio disponibili nei suoi archivi segreti. Chissà, forse avrei trovato qualcosa di importante. Fermo restando che l’aggettivo importante può voler dire molte cose in questo contesto: per esempio, sono importanti parole che ti schiudono la possibilità di un nuovo viaggio.
Il vecchio signore con il maglione rosso continuava a incuriosirmi.
Gli chiesi, con un certo timore, se la libreria era aperta ai tempi della dittatura e se lui era lì in quegli anni. "Certo!" mi rispose con slancio. Quasi a sottolineare che le dittature possono anche passare, ma i libri no, i libri in genere rimangono. Messaggio di grande speranza, questo.
"La libreria è sempre stata della mia famiglia. Semmai proprio in quel periodo i generali mi imposero di lasciare la scuola e con la scuola l’insegnamento".
E mi sembrò di avvertire la sua amarezza, sapore della sua vita. E allo stesso tempo compresi il riscatto che aveva cercato.
Le pareti di libri intorno a lui, in un rapporto denso con il passato, gli avevano consentito una sorta di isolamento, un parziale distacco dal mondo dei disastri e delle ingiustizie.
"Vuol sapere cosa penso quando qualcuno entra in libreria e mi chiede un libro appena uscito che magari è in testa alle classifiche? "
Lo guardai con curiosità.
"Penso che la lettura dei libri nuovi impedisca la lettura di quelli vecchi ".
Poi è finita come quasi sempre finisce anche con i migliori compagni di viaggio, con i quali ti sei scambiato pure l'indirizzo. Non gli ho mai scritto dall'Italia.
Ora però sono di nuovo a Buenos Aires e quella libreria mi è tornata in mente.
Questa mattina mi sono svegliato con l’idea di farle visita e di salutare di nuovo il mio libraio. Con questa idea e con la voglia di sfidare la sorte. Vai a sapere, magari il signor Schiffer avrà qualche libro sul mio salesiano.
Scricchiola ancora il pavimento di legno e annuncia l’arrivo del nuovo cliente. Rimane inconfondibile l’odore dolce della carta stampata e dell’inchiostro. Questo posto è pieno di libri che l’umidità dell’estate argentina invecchia precocemente..
Non è un bene per i libri ma d’altronde non siamo in un museo e i condizionatori costano.
Sono qui, a perdermi tra i palchi e soppalchi della libreria. Decido di acquistare dieci libri ormai fuori commercio da anni. Mi sono costati una piccola fortuna ma ne è valsa la pena.
Ho comprato anche un’edizione rarissima di un racconto di Salgari. Lo regalerò a Paolo in omaggio al suo bellissimo Gli occhi di Salgari, un libro in cui si parla dei viaggi che si possono fare con i libri, sulle ali della fantasia.
Paolo, da buon salgariano, sa che si può arrivare fino alla fine del mondo anche solo con l’immaginazione.
A me a un certo punto non basta più, ho bisogno di mettermi lo zaino in spalla. Però so che questi dieci libri sono altrettanti viaggi.
Non ho trovato niente sul mio missionario. Però il signor Schiffer si darà da fare e sa già dove cercare. Me l’ha promesso. Se troverà qualcosa mi scriverà.
Già pregusto la gioia di una sua lettera. Un messaggio dalla libreria di un altro continente. Che emozione.
Nemmeno fosse Charing Cross 84.
Mi mette tristezza pensare che il futuro dei libri possa essere affidato solo ai bookshop on line e ai libri digitali da scaricare come le suonerie del cellulare.
Salviamo i librai come il signor Schiffer. 

Tito Barbini
Il cacciatore di ombre
in viaggio con Don Patagonia

lunedì 14 novembre 2011

Benvenuti

Per la 4ª volta rinasco dalle mie ceneri.


domenica 6 novembre 2011

Faire des ronds dans l'eau




Ça fait des siècles que j'attends
Sous le paravent
Le vent du désert m'allonger
M'allonger sous le paravent
Sous le sable blanc
Tout près de la mer à côté

Un palais un palace
Pour voir le temps qui passe
Je ne suis pas sur la photo
Je suis au bord de l'eau
Etre en vie n'est pas assez ni trop

Je sais c'est rien mais je préfère
La seule chose que j'sais faire
Des ronds dans l'eau
Les herbes folles et la rivière
Les plages du Finistère
Et la mer

Ça fait des siècles que j'entends
Les pas de passants
L'eau de la fontaine et la pluie
La pluie qui tombe sur les passants
Et sur le paravent
Tout près de la Seine à l'abri

Un palais un palace
Quand on oublie, hélas
Je n'ai pas vu le temps passer
Les soleils se coucher
Etre en vie n'est jamais trop ni assez

Je sais c'est rien mais je préfère
La seule chose que j'sais faire
Des ronds dans l'eau
Les herbes folles et la rivière
Les plages du Finistère
Et la mer...
Oh...

(Henri Gabriel Salvador)

sabato 5 novembre 2011

La gente dei tram


La gente dei tram
è più stanca, scocciata
Della gente degli aeroporti lilla.
La gente dei tram
simile alle ombre,
solo che è più sola.

Perché ai capolinea
il mattino ha un sapore grigio,
le notti sono sempre troppo fredde,
e le lacrime troppo calde, sì, sì.

La gente dei tram
resistente come pini e aceri,
pigiata girovaga nel cielo.
La gente dei tram,
mariti e mogli,
a cui manca il sole per il pane.

Perché ai capolinea
il mattino ha un sapore grigio,
le notti sono sempre troppo fredde,
e le lacrime troppo calde, sì, sì.

Esistono anche certi capolinea…
Esistono capolinea più belli di altri,
dove sussurra da lontano il fiume…
Là arriva il tram
della speranza ingenua
e questo tram aspetta qualcuno.

Agnieszka Osiecka