domenica 30 settembre 2012

Domenica mattina



L'universo oggi ce l'ha con me?
  • il manico della padella si è bruciato mentre stavamo preparando le crepes a colazione.
  • la porta di casa non si apriva più e quindi abbiamo dovuto rovinare l'infisso per entrare.
Ed è solo mezzogiorno.
Cosa mi aspetterà nel pomeriggio?

venerdì 28 settembre 2012

Rin del Angelito



Ya se va para los cielos
ese querido angelito
a rogar por sus abuelos
por sus padres y hermanitos.
Cuando se muere la carne
el alma busca su sitio
adentro de una amapola
o dentro de un pajarito.

La tierra lo está esperando
con su corazón abierto
por eso es que el angelito
parece que está despierto.
Cuando se muere la carne
el alma busca su centro
en el brillo de una rosa
o de un pececito nuevo.

En su cunita de tierra
lo arrullará una campana
mientras la lluvia le limpia
su carita en la mañana.
Cuando se muere la carne
el alma busca su diana
en el misterio del mundo
que le ha abierto su ventana.

Las mariposas alegres
de ver el bello angelito
alrededor de su cuna
le caminan despacito.
Cuando se muere la carne
el alma va derechito
a saludar a la luna
y de paso al lucerito.

Adónde se fue su gracia
y a dónde fue su dulzura
porque se cae su cuerpo
como la fruta madura.
Cuando se muere la carne
el alma busca en la altura
la explicación de su vida
cortada con tal premura,
la explicación de su muerte
prisionera en una tumba.
Cuando se muere la carne
el alma se queda oscura.
(Violeta Parra)

... le canzoni lagnose che ascolta babbo in macchina ...

martedì 25 settembre 2012

Boo Radley

Stasera, uscito dall'ufficio, mi sono infilato in macchina e ho ascolato gli ultimi 3 capitoli letti da Alba Rohrwacher. Mi sono fermato in un parcheggio vicino a casa per sentire la fine della storia che avevo già letto nell'aprile del 2008.

Mi sono sempre identificato con Atticus Finch. O, per lo meno, ho sempre voluto assomigliargli. Ma forse sono molto più simile a Boo Radley.

lunedì 24 settembre 2012

Sei donne


Oggi con un solo gesto ho reso felici sei donne.
E non le conoscevo neanche tutte.
Non si sono chiuse a riccio!
No, si sono eccitate tutte.
E una era proprio felice e divertita e leggera,
con un sorriso che ricompensava di tutto.

Entanglement


L'entanglement quantistico o correlazione quantistica è un fenomeno quantistico, privo di analogo classico, in cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dallo stato di ciascun sistema, anche se essi sono spazialmente separati.
Viene a volte reso in italiano con il termine "non-separabilità".
...


6 maggio 2015
Secondo me l'entanglement è una esasperazione (positiva!) dell'empatia.
Penso a vicinanza, sincronicità, commutatività.
Non c'è bisogno di richieste d'aiuto.
La comprensione è immediata, istantanea.
Non c'è bisogno di un linguaggio per mediare le emozioni.
È una bellissima avventura.

19-20 agosto 2015
Anche alcuni sogni sono esempi evidenti di entanglement.

domenica 23 settembre 2012

sabato 22 settembre 2012

Terrazzi fioriti


Eppure una volta ero bravo.
Avevo il pollice verde.
E avevo un terrazzo da far invidia alla vicina.



Poi, dopo poco meno di 20 anni, ci ho riprovato più volte.
L'ultima qui.
Eppure mi muoiono sempre tutti i fiori.
Le ultime bouganville mi hanno lasciato qualche giorno fa

Sono profondamente invidioso di un terrazzo come questo qui sotto.



Conosco la proprietaria da eoni, eppure è sempre bella come una volta.
È superata solo dalla figlia.
Ma è giusto che i figli siano migliori dei genitori.

giovedì 20 settembre 2012

Atticus




In questi giorni sto ascoltando la lettura di Alba Rohrwacher.
Come mi hanno affascinato la lettura del libro e la visione del film molti anni fa, adesso ascoltarlo capitolo dopo capitolo, giorno dopo giorno, mi piace sempre di più.
Nei primi capitolo ho apprezzato la descrizione dell'Alabama della prima metà del novecento.
Mi è piaciuto moltissimo il tratteggio dei personaggi e di Scout in particolare.
Stamani sono giunto alla famosa arringa di Atticus, che forse nel testo di Lee è ancora migliore della ottima interpretazione di Gregory Peck che forse molti ricorderanno.
Sono un idealista come e più di Finch. Bisognerebbe rileggere la sua arringa (nel testo della Lee) quando parla del vero significato della uguaglianza di tutti gli uomini e quando si auspica un sistema giudiziario che interpreti al pieno questa eguaglianza.
Proprio molto molto bello.


To begin with,
this case should never have come to trial.
The State has not produced one iota...
of medical evidence...
that the crime Tom Robinson is charged with...
ever took place.
It has relied, instead,
upon the testimony of two witnesses...
whose evidence has not only been called into serious question...
on cross-examination,
but has been flatly contradicted by the defendant.
There is circumstantial evidence to indicate that...
Mayella Ewell was beaten savagely...
by someone who led, almost exclusively, with his left.
Tom Robinson now sits before you having taken the oath...
with the only good hand he possesses,
his right.
I have nothing but pity in my heart...
for the chief witness for the State.
She is the victim of cruel poverty and ignorance.
But my pity...
does not extend so far...
as to her putting a man's life at stake,
which she has done in an effort to get rid of her own guilt.
Now I say "guilt," gentlemen,
because it was guilt that motivated her.
She's committed no crime.
She has merely broken a rigid and time-honored...
code of our society...
a code so severe that whoever breaks it is hounded from our midst...
as unfit to live with.
She must destroy the evidence...
of her offense.
But what was the evidence of her offense?
Tom Robinson, a human being.
She must put Tom Robinson away from her.
Tom Robinson was to her a daily reminder...
of what she did.
Now, what did she do?
She tempted a Negro.
She was white, and she tempted a Negro.
She did something that, in our society, is unspeakable.
She kissed a black man.
Not an old uncle,
but a strong, young Negro man.
No code mattered to her before she broke it,
but it came crashing down on her afterwards.
The witnesses for the State, with the exception of the sheriff of Maycomb County.
have presented themselves to you gentlemen, to this court...
in the cynical confidence...
that their testimony would not be doubted.
Confident that you gentlemen would go along with them...
on the assumption...
the evil assumption...
that all Negroes lie,
all Negroes are basically immoral beings,
all Negro men are not to be trusted around our women.
An assumption that one associates with minds of their caliber,
and which is, in itself, gentlemen, a lie,
which I do not need to point out to you.
And so,
a quiet, humble, respectable Negro,
who has had the unmitigated temerity...
to feel sorry for a white woman,
has had to put his word against two white people's.
The defendant is not guilty,
but somebody in this courtroom is.
Now, gentlemen,
in this country,
our courts are the great levelers.
In our courts,
all men are created equal.
I'm no idealist to believe firmly...
in the integrity of our courts and of our jury system.
That's no ideal to me. That is a living, working reality!
Now I am confident that you gentlemen will review...
without passion...
the evidence that you have heard,
come to a decision...
and restore this man to his family.
In the name of God,
do your duty.
In the name of God,
believe...
Tom Robinson.

martedì 18 settembre 2012

2 strozzini



In due sere due diversi film con strozzini.
Quello di stasera è da dimenticare.
Molto molto meglio lo strozzino di Palermo girato in Puglia.
Oppure le 4 stagioni.
Per sopravvivere non resta che mangiarsi una fetta di crostata coi fichi.
Così buona che me la sono pure sognata ed è stato il più bel sogno dell'anno.
Quand'è che inventano una macchina per registrare e riprodurre i sogni?

lunedì 17 settembre 2012

È stata la nonna




Non è giusto! dicevano le mie figlie quando erano piccole ed avevano un innato senso della giustizia con la G maiuscola (quasi divina). Adesso stanno crescendo e cominciano, poco poco (quasi niente), a capire la giustizia sociale. Un po' alla volta, crescendo, fra una cinquantina d'anni, forse applicheranno la giustizia delle nonne.

domenica 16 settembre 2012

Ultima domenica d'estate




Li ho ascoltati alla Versiliana meno di un mese fa.
Una mia straniera amica direbbe che sono solo canzonette,
ma sto solo cercando me stesso
in questa estate senza mare
come non accadeva da decenni
proprio da quando nell'estate dell'86
quella stessa donna mi ri-avvicinò al mare.

sabato 15 settembre 2012

652 tra La Capraia e l'Elba



Tra ieri sera e stamani mi sono gustato le 652 foto scattate in una settimana estiva passata in barca a vela tra l'Elba e la Capraia. Un buon centinaio sono veramente belle. Tra le tante ho scelto questa come nuovo sfondo del mio PC.

venerdì 14 settembre 2012

È tornato



Ieri ha riaperto il Lanteri.
Oggi riapre l'Arsenale.
Anima Mundi è in corso.

Anche se la temperatura non lo fa sospettare l'autunno è tornato.

giovedì 13 settembre 2012

Coccolone


2º giorno di scuola.
In 1ª liceo un coccolone
In 2ª media una nuova prof RAV.

Come si prospettano i rimanenti giorni dell'anno scolastico?

lunedì 10 settembre 2012

Bella addormentata




Ieri sera sono andato a vedere il film di Bellocchio.
Non è un film su Eluana.
E Eluana non è la Bella Addormentata.
È un film che non offre soluzioni.
Non è un film di parte.

Quando sono andato al cinema ho lasciato le chiavi di casa in macchina.
Ritornato a casa, dopo aver parcheggiato nel garage ho preso l'ascensore per raggiungere il mio appartamento e... non potevo entrare senza chiavi!
E non potevo neppure andare in garage a riprendere le chiavi, visto che le chiavi del garage erano, insieme con quelle di casa, in macchina.
Era quasi l'una di notte. Che fare?
Aspettare che qualcuno entrasse o uscisse dal garage? Avrei potuto aspettare anche fino alla mattina successiva (dormendo dove?).
Anche se era molto tardi ho suonato dal vicino (per fortuna non ancora a letto) e ho risolto il problema.

Forse non ho capito del tutto la morale del film, ma la morale della mia favola è chiara. Mai lasciare chiavi o portafoglio in macchina!

mercoledì 5 settembre 2012

martedì 4 settembre 2012

lunedì 3 settembre 2012

San Francisco

Oggi nella buca delle lettere ho trovato l'ultimo numero di Touring. Tra i vari articoli mi è piaciuto veramente tanto quello di Emanuele Bevilacqua su San Francisco. Mi ha fatto venire una grande voglia di andarci (di ritornarci).



La mia prima volta a San Francisco è stata nel settembre del 1975, il presidente Nixon era stato sostituito da Ford, ma la guerra in Vietnam non era ancora finita. E la prima cosa che ho visto è stato il buio del parco più bello del mondo, il Golden Gate Park. Vi si svolgeva un concerto che è rimasto nel cuore rock di quella generazione. I Grateful Dead di Jerry Garcia e i Jefferson Starship della grande Grace Slick tornavano in città per uno spettacolo gratuito, dopo anni di incertezze, follie e droga che li avevano allontanati dai loro fan.
Al Golden Gate Park c’erano oltre 50mila persone. Partito da Los Angeles, arrivai tardi con i miei amici. Sfiorammo un milione di corpi, chiedemmo centomila volte scusa. Avevamo un pass per fotografare il concerto. Dopo un tempo che mi parve eterno, i Jefferson già cantavano Miracles («tu credi nei miracoli bambina?»), riuscimmo a raggiungere il palco. Presi posto accanto a Paul Kantner, il chitarrista della band, con la mia Pentax che oggi sarebbe un cimelio. Quella sera ho consumato decine di rullini, guardato negli occhi Grace Slick e fatto cadere da un amplificatore sua figlia China. Il mattino dopo ho giocato a ping pong con Jerry Garcia. Per i reduci del rock è come dire di aver fatto jogging con Obama.
Ho poi abitato, studiato, lavorato, giocato e sognato a San Francisco. Ma non posso dire di conoscerla. Quel che ti insegna è che la sua scoperta non finisce mai. Siamo nella città più affascinante del mondo perché cambia ogni volta e devi proprio fermarti a guardare la Coit Tower e la celebrazione dei suoi eroici pompieri, per essere ben certo di essere qui. È una città che rende felici ed è piena di posti che fanno star bene. Ma è in continua mutazione.

Letteratura e tecnologia qui procedono di pari passo. Anzi, danzano insieme da decenni. Questa è la città che ha accolto gli eroi della Beat Generation: Allen Ginsberg, Jack Kerouac e Lawrence Ferlinghetti, che a 93 anni ancora dirige la sua libreria/casa editrice City Lights Books. Da qualche anno un giovane scrittore, Dave Eggers, ha inventato una nuova utopia letteraria, la rivista e casa editrice McSweeney’s. Qui collaborano i migliori talenti letterari degli Usa e gli autori si danno il turno nel pomeriggio nel quartiere generale, Valencia 826, per aiutare i ragazzini ispanici a fare i compiti.
Non è possibile immaginare altro luogo che possa aver ispirato Steve Jobs e la sua Apple negli anni Ottanta. Solo ieri, o al massimo l’altro ieri, Facebook, Twitter sono nate da queste parti, i suoi ispiratori hanno respirato quell’aria fatta di nebbia, oceano, misticismo zen, rock e «Yes we can» che fa di questa baia un posto unico al mondo. Tutto questo si avverte molto bene girando per le strade, basta armarsi un po’ di curiosità. A San Francisco se si incrocia il proprio sguardo con uno sconosciuto è normale che l’altro sorrida e vi saluti. Da noi succede solo d’estate in alta quota sulle Dolomiti, quando ci si incrocia sui sentieri delle passeggiate. A San Francisco succede tutti i giorni dell’anno.

Mi piace arrivare a San Francisco il sabato sera. Da alcuni anni non vado più in albergo, ma ce ne sono di eccellenti. Uno dei miei preferiti è il Washington Square Inn. È piccolo, ma a San Francisco non ci si va tutti i giorni e quindi basta prenotare per tempo per trovare posto. C’è anche lo Stanyan Park Hotel, vicino al Golden Gate Park, ma adoro stare a North Beach, il quartiere italiano, sebbene sia pieno di posti turistici da evitare. Ora affitto case attraverso il sito www.vrbo.com. Dopo anni che lo faccio, vado ormai sempre negli stessi due o tre appartamenti, ho fatto amicizia con i proprietari.
Arrivo in volo da Londra, bagagli a mano e poche formalità alla dogana. Siamo in California. Niente taxi o bus. Qui c’è il Bart, che non ha nulla a che vedere con i Simpson. È il treno metropolitano Bay Area Rapid Transport, e tutti lo amano anche se non ha nulla di speciale. Lo usano uomini d’affari, studenti per andare a Berkeley, viaggiatori per andare e tornare dalla città. Poche fermate e si è nel cuore di San Francisco. Carico lo zaino sulle spalle e affronto Colombus Avenue, la diagonale che porta a North Beach. Il peso si fa sentire, ma ho bisogno di percorrere questa strada a piedi, dal Transamerica Building, simbolo del quartiere degli affari fino ai locali cinesi che costeggiano il quartiere italiano.
Più in su c’è la libreria di Ferlinghetti e poi continuando a salire tutto si mescola, la Wells Fargo Bank, con le scritte in cinese e una montagna di posti acchiappa turisti, ma c’è anche il mitico Saloon, il locale perfetto (www.sfblues.net). È silenzioso e anonimo fino alle dieci di sera, poi si accende all’improvviso. Arrivano dalla notte protagonisti di vari pianeti. Il Saloon è il bar di Star Wars, esseri diversi a contatto di gomito, pronti ad alzare i gomiti. E arriva la musica fra quelle pareti, nell’attesa che l’alba svuoti il bicchiere, il locale, la strada. Al Saloon si va per bere una birra e sentire improbabili band di rock blues formate da ultrasessantenni sovrappeso, ma non sono mai uscito deluso una sola volta. E il pubblico, giovani, giovanissimi e coetanei dei musicisti, si diverte moltissimo. Non si vede un turista dentro, perché la fauna del locale appare inquietante. La pelle invece si rischia se si mangia nei tanti ristoranti della zona. Difficile trovare quello giusto.

Poso il bagaglio a casa e rifaccio la strada contraria fino a Union Square, regno dello shopping della città. Poco distante, al 20 di Cosmo Place, c’è un magnifico ristorante franco-vietnamita, si chiama Le Colonial (www.lecolonialsf.com). E il mio tavolo è prenotato da tempo attraverso il sito Open Table (www.opentable.com): in città non è facile trovare posto. È addirittura impossibile nei weekend. Il cibo è eccellente e, se si è fortunati, il posto è anche tranquillo. Chi vive a San Francisco ama la tavola ed è mediamente educato. Dopo un po’ di drink il clima si scalda, il volume delle voci sale di molti decibel. Se poi notano che sei solo, pensano che ti annoi e tendono a coinvolgerti. Il colmo è capitato una sera quando una ragazza in abito da sposa mi ha invitato a salire sulla sua limousine con le amiche per festeggiare l’ultima notte da single prima del matrimonio. Era simpatica, ma non vado in giro di notte con delle ragazze scatenate. Non ho più l’età.
Un episodio che rende bene l’idea di che cosa accade a San Francisco. La «Summer of love» degli anni Sessanta non è ancora del tutto finita. Non è un caso che buona parte della popolazione sia formata da gay. In questa città si respira un clima di uguaglianza e serenità che permette a chiunque di condurre la propria vita senza pregiudizi.

Il clima è tranquillo, ma è una conquista, non sempre è stato così, basta scorrere le cronache o ricordare film come Milk (2008), con Sean Penn e diretto da Gus Van Sant, sulla vita di Harvey Milk, primo gay dichiarato a essere eletto a una carica politica e assassinato nel 1978, per averne conferma.
La domenica mattina ci si alza presto perché bisogna correre da Mama’s (www.mamas-sf.com) per fare colazione. È un ristorante proprio all’angolo fra Stockton e Washington Square. Ci si mette in fila con il San Francisco Chronicle in mano e si aspetta il proprio turno per entrare. Intanto si possono osservare decine di cinesi che fanno ginnastica in piazza. Non importa se mangiate un dungeness crab benedict o pancakes con la marmellata fatta in casa, qui la materia prima è eccellente e i ragazzi che servono ai tavoli gentili e sorridenti. Le ricette sono quelle di Mama Sanchez anche se oggi sono i giovani Felicia e Mikey a mandare avanti il ristorante. Non c’è domenica senza Mama’s, non per me almeno.
A quel punto prendo un taxi e vado al Golden Gate Park, a Stanyan Street, dove ci sono un paio di negozi che affittano bici. Prendo la mia e mi lancio a capofitto nel parco. È ancora presto e non è affollato, si va giù, per tutta la lunghezza del parco, fino all’oceano Pacifico, si passa davanti ai due mulini a vento regalo della regina Guglielmina d’Olanda. Andar giù fino all’oceano è un gioco da ragazzi, è tutta discesa, il bello è tornare indietro. Ecco perché una sosta di meditazione a guardare il mare è consigliabile, come pure uno studio degli scogli al largo dove giacciono pigri i leoni marini. Sulla destra c’è la Cliff House, un poco turistica, ma divertente per prendere un drink mentre le onde schizzano un po’ ovunque.

Al ritorno la salita è faticosa, ma ci sono un mucchio di cose da fare. Un salto al Conservatorium, serra di vetro e metallo verniciato di bianco che contiene le piante più esotiche, una visita al de Young Museum, capolavoro degli architetti Herzog & de Meuron: c’è sempre una mostra che vale la pena di vedere. Proprio di fronte c’è il nuovo museo delle Scienze, progettato da Renzo Piano. Accanto lo strepitoso Japanese Tea Garden, tempio della cultura giapponese in città. A poche decine di metri, alle spalle del complesso del de Young Museum, ogni domenica si tengono lezioni di ballo. Dalle 11 alle 14 un gruppo di aspiranti ballerini si scatena ai ritmi più diversi. Esilarante. Provare per credere.

Girando per alcuni quartieri di San Francisco si può avere l’impressione di stare a Londra, ma uno dei segreti della città è quello di aver saputo mescolare molti elementi in apparenza incompatibili fra loro. Fra questi il sapore dell’Europa, le radici americane e l’Oriente. Non è che l’inizio di una scoperta, una volta restituita la bicicletta ci si può addentrare a Haight-Ashbury, luogo della controcultura di San Francisco. Era il quartiere degli hippy e ancora, dai negozietti ai locali, si respira quell’aria. C’è ancora chi porta i capelli lunghi, barba, baffi. Le donne lasciano crescere i capelli e non disdegnano ancora, nell’abbigliamento, qualche decorazione floreale. Mi fermo talvolta a prendere un hamburger da Cha cha cha. È proprio sulla strada a pochi passi dal parco, ma dentro l’atmosfera da figli dei fiori si attenua, qui ci sono anche tante famiglie che consumano il brunch domenicale. È un posto semplice, ma tutto funziona alla perfezione.

Un’altra cosa che amo fare è andare a sentire musica la sera. amo il jazz, ma anche la classica e il rock. San Francisco ha una buona stagione jazzistica e numerosi club. Soprattutto ha un locale che dedica al jazz ogni singola serata, anzi è un locale doppio, con sede sia in città che nella vicina Oakland, si chiama Yoshi’s (www.yoshis.com). È un club e ristorante giapponese, così si ascolta musica e si cena sushi. Per la classica c’è la sorprendente struttura semicircolare della San Francisco Symphony (www.sfsymphony.org), con concerti di altissimo livello. A settembre Semyon Bychkov dirige Çajkovskij e Shostacovic. Ad agosto ha tenuto banco un omaggio ai Beatles con il Classical Mystery Tour. Ma quello che è interessante è come si consuma la musica. La sala antistante alla Concert Hall ha una parete di vetro che offre una vista su Van Ness Avenue, sulla City Hall, il Municipio e gli altri edifici. Da un lato si trova il bar con numerosi tavolini. È possibile prendere un drink o anche mangiare qualcosa al volo in attesa che arrivi l’ora per il concerto. L’atmosfera è rilassata e informale, così pure l’abbigliamento. Non si viene per essere visti, ma per ascoltare musica di qualità.

Quando sono a San Francisco il mio amico Aldo Blasi, che vive da 40 anni in città e gestisce uno dei migliori ristoranti italiani, il Milano, mi porta ogni volta in un club diverso. Uno è Bimbo ed è proprio su Columbus Avenue, bello. Ma qualche mese fa abbiamo veramente raggiunto il massimo. Io avevo prenotato un biglietto per la Symphony quando Aldo mi informa che ha due biglietti per i Social Distortion, gruppo punk californiano sopravvissuto a molte ere glaciali. E il concerto è al Fox Theatre, Oakland, dall’altra parte della baia. Ho ascoltato il primo tempo del concerto, dopodiché Blasi mi aspettava per andare a Oakland. Si può fare anche questo in California. Ascoltare Mahler alla Filarmonica e mezz’ora dopo saltare insieme a un gruppo di punk a Oakland. Non è che un frammento di weekend a San Francisco. Dal lunedì si lavora, ma la città è lì a disposizione, piena di occasioni: il Sf Moma, Sausalito, Lombard, Market, Castro e Soma. A voi la scoperta.
(Emanuele Bevilacqua)