domenica 26 maggio 2013

Borderline



Ieri a Ravenna mi sono divertito a vedere la mostra Borderline - Artisti tra normalità e follia. Seconda forse solo alla mostra di Forlì sul '900, l'esposizione di Ravenna raccoglie molte opere dell'Art Brut che mi hanno veramente deliziato (anche se spesso mi sono rattristato a leggere le storie dei molti artisti internati per anni e decenni in ospedali psichiatrici). Tra le decine e decine di quadri e dipinti tutti a loro modo affascinanti, quelli che mi sono rimasti più impressi sono sicuramente Hieronymus Bosh e Pieter Brueghel (L'elefante da battaglia del primo e alcune incisioni del secondo ricordano le scene ricche di personaggi e salami e storie di Jacovitti), Carlo Zinelli con i suoi pretini e silhouette nere di omuncoli con il buco in pancia o in testa, e infine le faccine saturanti tovaglioli di carta di Theodor Harold Gordon. Il catalogo della mostra non riporta purtroppo tutte le opere esposte: me ne sono accorto solo stasera cercando la riproduzione di un gigantesco quadro in bianco e nero che mi aveva affascinato e che non sono riuscito a ritrovare. Ragione di più per vedere le opere dal vero prima della fine della mostra il prossimo 16 giugno.



Ravenna merita poi comunque una visita per vedere o rivedere le magnifiche basiliche dei primi secoli del cristianesimo con i loro brillanti mosaici. Prima di oggi io andai a Ravenna solo da bimbo (avevo forse 10 anni) durante una gita scolastica alle elementari. E poco o nulla ricordavo di quello che oggi ho rivisto, se non l'estasiarsi naso in aria e bocca aperta a rimirare le luminose immagini assemblate ben oltre un millenno fa mescolando sapientemente le minuscole tessere-pixel dagli artisti di allora.


Aggiornamento del 27 maggio.
Mi sono ricordato quale fosse l'artista che non ho ritrovato nel catalogo. È Madge Gill. Sul web ci sono molte sue opere, anche se non ho ritrovato quella grande grandissima ed emozionante esposta a Ravenna. Ne ripropongo quindi qui sotto un'altra.

giovedì 23 maggio 2013

Le facteur



Le jeune facteur est mort
Il n'avait que dix-sept ans

L'amour ne peut plus voyager
Il a perdu son messager

C'est lui qui venait chaque jour
Les bras chargés de tous mes mots d'amour
C'est lui qui tenait dans ses mains
La fleur d'amour cueillie dans ton jardin

Il est parti dans le ciel bleu
Comme un oiseau enfin libre et heureux
Et quand son âme l'a quitté
Un rossignol quelque part a chanté

Je t'aime autant que je t'aimais
Mais je ne peux le dire désormais

Il a emporté avec lui
Les derniers mots que je t'avais écrit

Il n'ira plus sur les chemins
Fleuris de roses et de jasmins
Qui mènent jusqu'à ta maison
L'amour ne peut plus voyager
Il a perdu son messager
Et mon coeur est comme en prison

Il est parti l'adolescent
Qui t'apportait mes joies et mes tourments
L'hiver a tué le printemps
Tout est fini pour nous deux maintenant
(Georges Moustaki)

sabato 18 maggio 2013

Quando a Venezia si poteva fare il bagno



Ragazzi che nuotrano nel rio Di Canareggio a Venezia (tra il 1893 e il 1906).




“I Nua” di Cesco Baseggio (1950).

domenica 12 maggio 2013

Pisacane (*)



"Era un po' folle" ha detto un visitatore mirando un dipinto esposto alla mostra su Ligabue oggi a Lucca.
"Era tutto matto" ha replicato sottovoce la persona che era con me.
Ma i quadri che ho visto erano molto belli (e i colori, ah... i colori!), anche se la mostra era meno ricca di quanto pensassi e l'organizzazione non delle migliori.



(*) Il titolo del post non è sbagliato!

Toi... à moi...

Se volete sapere come si rovina e distrugge comicamente una delle più belle canzoni d'amore (1º filmato) guardate e ascoltate fino alla fine il 2º filmato.



Ne me quitte pas
Il faut oublier
Tout peut s´oublier
Qui s´enfuit déjà
Oublier le temps
Des malentendus
Et le temps perdu
A savoir comment
Oublier ces heures
Qui tuaient parfois
A coups de pourquoi
Le cœur du bonheur
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas

Moi je t´offrirai
Des perles de pluie
Venues de pays
Où il ne pleut pas
Je creuserai la terre
Jusqu´après ma mort
Pour couvrir ton corps
D´or et de lumière
Je ferai un domaine
Où l´amour sera roi
Où l´amour sera loi
Où tu seras reine
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas

Ne me quitte pas
Je t´inventerai
Des mots insensés
Que tu comprendras
Je te parlerai
De ces amants-là
Qui ont vu deux fois
Leurs cœurs s´embraser
Je te raconterai
L´histoire de ce roi
Mort de n´avoir pas
Pu te rencontrer
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas

On a vu souvent
Rejaillir le feu
De l´ancien volcan
Qu´on croyait trop vieux
Il est paraît-il
Des terres brûlées
Donnant plus de blé
Qu´un meilleur avril
Et quand vient le soir
Pour qu´un ciel flamboie
Le rouge et le noir
Ne s´épousent-ils pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas

Ne me quitte pas
Je n´vais plus pleurer
Je n´vais plus parler
Je me cacherai là
A te regarder
Danser et sourire
Et à t´écouter
Chanter et puis rire
Laisse-moi devenir
L´ombre de ton ombre
L´ombre de ta main
L´ombre de ton chien
Mais
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas.
(Jacques Brel, 1958)


martedì 7 maggio 2013

Franco Serantini



Ve li ricordate i tascabili Einaudi della serie "Letture per la scuola media"?
Quelli con la copertina bianca e le tre righe rosse che racchiudono il disegno di copertina?
Quelli con le note a pie' pagina che spiegano per gli studenti delle medie i passaggi più difficili di un testo?
Ne vidi uno quattro anni fa alla Biblioteca dei Ragazzi di Pisa dove le mie figlie ogni 3 o 4 settimane andavano a prendere in prestito uno o due libri da leggere a casa.
Sfruttai un'altra volta la tesserina di A. per prendere in prestito un libro che ho letto io.
Si intitola "Il Sovversivo" e l'ha scritto Corrado Stajano nel 1975.
E' una storia vera, scritta in maniera asciutta. Parla di un ragazzo e di una giustizia negata. E' accaduta non molto tempo fa nella citta' dove abito.
Vi consiglio di leggerlo.




Il posto dove fu colpito a morte, è sul Lungarno Gambacorti di Pisa, tra la via Toselli e la via Mazzini. Si lascia sulla sinistra, venendo dal ponte di Mezzo, il palazzo del Comune e si cammina lungo una ininterrotta serie di piccole botteghe che forse esistono da secoli e hanno mutato soltanto il genere dei loro minuti commerci. Una mescita di vino al numero 10, all’angolo di via Belle donne; un tappezziere al numero 13; un aggiustatore di macchine fotografiche al n. 14; la calzoleria "La rapida" al 16; l’agenzia Sbrana, compravendita e affitti; il circolo Enal al 19.
Alle spalle dell’isolato, La Nunziatina, l’intricato quartiere del sottoproletariato rosso. Di là dall’Arno, sotto i palazzi aristocratici e inaccessibili, lo scalo del carbone con la lapide che ricorda l’approdo della barca di Garibaldi ferito ad Aspromonte.
Non lontano dal Lungarno Gambacorti, tante volte citato nei rapporti dei commissari di pubblica sicurezza, nei verbali dei sostituti procuratori della Repubblica, nelle sentenze dei giudici istruttori, nelle cronache dei giornali e nelle relazioni dei periti medico-legali, splendono i gioielli dell’arte e della religione, Santa Maria della Spina, San Paolo a Ripa d’Arno e, a pochi passi, la chiesa di santa Cristina dove, il 1° aprile 1375, santa Caterina da Siena ricevette le Sacre Stimmate, "cinque lucidissimi raggi sanguigni, usciti dal santissimo crocifisso sull’altare e andati a ferire le mani di Caterina, i piedi, il suo castissimo e virgineo petto".
Ma la sera del 5 maggio 1972, né la patrona d’Italia, né la presenza antica di bellezza e di arte, né i segni della storia e della cultura servirono a salvare dalla furia della polizia, tra la bottega del vinaio e quella del tappezziere, un giovane non alto, ricciuto, gli occhiali da miope, il viso serio e sofferto, vestito con una giacca marrone, un paio di pantaloni di lana nera, una camicia con le maniche lunghe dai disegni fantasia color giallo arancione. Franco Serantini, di vent’anni, sardo, anarchico, figlio di nessuno nella vita come nella morte.

sabato 4 maggio 2013

43 anni fa: 4 maggio 1970



Su Wikipedia un riassunto in italiano di ciò che accadde.
Qui un sito americano tutto dedicato al massacro.
12:25: ventotto soldati si voltarono verso la folla e spararono una scarica di 13 secondi con un numero di colpi compreso tra 61 e 67, uccidendo quattro studenti e ferendone nove.



Tin soldiers and Nixon coming,
We're finally on our own.
This summer I hear the drumming,
Four dead in Ohio.

Gotta get down to it
Soldiers are cutting us down
Should have been done long ago.
What if you knew her
And found her dead on the ground
How can you run when you know?

Gotta get down to it
Soldiers are cutting us down
Should have been done long ago.
What if you knew her
And found her dead on the ground
How can you run when you know?

Tin soldiers and Nixon coming,
We're finally on our own.
This summer I hear the drumming,
Four dead in Ohio.
(Neil Young)

mercoledì 1 maggio 2013

Treno di notte per Lisbona

È il film più bello che ho visto negli ultimi mesi, nell'ultimo anno. Chi mi conosce sa che ho la mania di dare i voti e di misurare le cose, le esperienze, le letture, i film e altro. Ebbene questo film ha un 9 e ½ pieno. Non ha un 10 solo perché mi sono imposto di non dare mai il voto massimo, perché c'è sempre modi di migliorare e tendere ad una qualità superiore. Eppure forse questo film meritava il voto massimo.



Ho scoperto a posteriori che il film è tratto da un un libro che non ho letto. Sul web ho trovato questa recesione del romanzo. Non ho letto il romanzo, ma mi sento di consigliare sicuramente la visione del film. Senza se e senza ma.