domenica 31 gennaio 2010

Starry, Starry Night







Starry, starry night.
Paint your palette blue and grey,
Look out on a summer's day,
With eyes that know the darkness in my soul.
Shadows on the hills,
Sketch the trees and the daffodils,
Catch the breeze and the winter chills,
In colors on the snowy linen land.

Now I understand what you tried to say to me,
How you suffered for your sanity,
How you tried to set them free.
They would not listen, they did not know how.
Perhaps they'll listen now.

Starry, starry night.
Flaming flowers that brightly blaze,
Swirling clouds in violet haze,
Reflect in Vincent's eyes of china blue.
Colors changing hue, morning field of amber grain,
Weathered faces lined in pain,
Are soothed beneath the artist's loving hand.

Now I understand what you tried to say to me,
How you suffered for your sanity,
How you tried to set them free.
They would not listen, they did not know how.
Perhaps they'll listen now.

For they could not love you,
But still your love was true.
And when no hope was left in sight
On that starry, starry night,
You took your life, as lovers often do.
But I could have told you, Vincent,
This world was never meant for one
As beautiful as you.

Starry, starry night.
Portraits hung in empty halls,
Frameless head on nameless walls,
With eyes that watch the world and can't forget.
Like the strangers that you've met,
The ragged men in the ragged clothes,
The silver thorn of bloody rose,
Lie crushed and broken on the virgin snow.

Now I think I know what you tried to say to me,
How you suffered for your sanity,
How you tried to set them free.
They would not listen, they're not listening still.
Perhaps they never will...

giovedì 28 gennaio 2010

Nel giorno della memoria

Nel "giorno della memoria", una storia originale, di due tavole, inedita, ideata e disegnata da Giancarlo Malagutti e Manlio Truscia sui tavolini di un bar di una stazione ferroviaria (non diciamo di dove) ascoltando un brano di conversazione tra due ragazzotti.



martedì 26 gennaio 2010

La Shoah non è solo un cumulo di cadaveri

Ieri mi sono svegliato con il raffreddore e la febbre. Ho preso una tachipirina. Non sono andato a lavorare (ferie, non malattia!). E mi sono dedicato a me stesso.

A pranzo ho incontrato una signora che non vedevo da mesi e ho pranzato con lei (al freddo e al gelo).

Nel pomeriggio sono andato a riposarmi un po' a casa.

La sera ho partecipato alla presentazione del libro qui sotto nella Sala delle Baleari del palazzo Gambacorti di Pisa. La sala è stupenda.

Il libro non l'ho ancora letto, ma la presentazione è stata ottima. Oltre all'autore erano presenti i due protagonisti, Saul e sua moglie, venuti apposta da Israele, per raccontare la loro storia.

È la storia di una famiglia normale (originariamente il libro di doveva intitolare proprio "Una famiglia normale") la cui vità è stata, come quella di molte altre famiglie normali, sconvolta dalla Shoah. È stato molto commovente. E Saul (con i suoi 80 brillanti anni che compirà tra un paio di giorni a Firenze circondato dai suoi figli) molte volte si è commosso e ha pianto.

Ma quello che mi ha impressionato di più non è tanto la storia purtroppo triste della Shoah con le sue montagne di morti, quanto la famiglia. Una famiglia normale. Ma che tanto normale non è. Saul ha ripetuto più volte che è orgoglioso della sua famiglia, di sua moglie, dei suoi 4 figli, dei 10 nipoti. È giustamente orgoglioso dei 58 anni della sua famiglia.
E io pensavo alle famiglie di oggi, che si sfasciano dopo pochi anni (compresa la mia, sono separato). È la famiglia normale, ma nello stesso tempo speciale, il vero protagonista di questo libro.

Perché, come ha detto ieri Saul, la Shoah non è solo un cumulo di cadaveri.

Dopo la presentazione avrei dovuto prendere l'auto e correre a Sesto Fiorentino a presenziare al vernissage dell'installazione della mia amica palindroma, sempre in occasione delal Giornata della memoria. Ma la febbre è aumentata e me ne sono tornato a casa a prendere un'altra tachipirina.

«Babbo, cosa vuol dire una famiglia normale?»
Non è che te l’aspetti una domanda come questa, nel bel mezzo di una domenica pomeriggio abbandonata all’indolenza. Non te l’aspetti, se da qualche ora ti sei completamente abbandonato alle pagine di un libro, tanto da illuderti che il mondo se ne sia rimasto fuori, per una volta muto e arrendevole. Non te lo aspetti, soprattutto, se una domanda come questa te la fa il tuo bambino, sette anni appena, il tuo bambino che fino a questo momento se n’è rimasto buono buono a rimpinzarsi di cartoni animati alla televisione.
Per questo ho alzato la testa con studiata lentezza e ho optato per un silenzio prudente, a suo modo perplesso. L’ho guardato, il mio bambino, senza dare voce ai miei punti interrogativi.
E questa, come gli è venuta in mente? Che ne può o vuole sapere, lui, di normalità e anormalità? E perché poi la famiglia?
E ancora: di cosa si preoccupa? Di cosa devo preoccuparmi io?

lunedì 25 gennaio 2010

È sapere chi si è... e riuscire ad esserlo





Voci
... eh, io?... In estate... eh? In estate... è meglio l’estate... voglio... ci sto bene...

... non ci sarebbe bisogno di uno sfondo... mah, così... due figure distese, senza niente, magari in uno... in uno sfondo celeste e basta, senza... senza altre cose, così... penso che questo sia tutto. Potrebbe essere un cielo, potrebbe essere, chissà... un'acqua senza... senza onde, no?

Penso che sia cambiare...

... della nostra testa molto difficile da raggiungere

... una condizione della nostra mente, no?..
.

... è qualche cosa che si desidera ma che non si raggiunge...

... è sapere chi si è... e riuscire ad esserlo...

... è VA-NA!

... c’è una sovrastruttura.... il fatto de...

... forse sono attimi...

... è la frazione di millesimo in cui – No, è fuori...

... non sono mai stato felice – Paolo!

... eh, la felicità, eh eh eh, è tutta un'altra cosa, no? La felicità è – è tutto. In che modo? Camminando - la felicità è questa... è...

mmm...

Narratori
Eccotela qui...

Voci
... i capelli sul collo...

Narratori
... davanti agli occhi,
senti che può aprir
il tuo cuore in due.

Voci
Meglio non parlarne troppo, se no se ne va subito...

Orfeo
Molto tempo fa...
Stesso colore...
come è sempre blu...
come è sempre vero...

L'amore mio guarda e tace.
Lei sa, lei sa, lei sa...
Solo in te c'è la pace,
e tu sai, tu sei, sei qui.

Ti amo, ah sì...
Ti amo...
...perché sai di

Narratori
Realtà...

Ti amo.
Ti amo.

Orfeo
Amami, sposami,
sì, insomma, dammi la tua vita.
Ho la testa piena di quel tuo colore.
Prendimi, tienimi,
ti ho già dato tutta la mia vita,
non mi va nemmeno di chiamarti amore.

Sei proprio come la musica,
senza di te non sarebbe più vita.

venerdì 22 gennaio 2010

Gli amori sono come gli autobus

Gli amori sono come gli autobus.
Basta che aspetti un po' e ne passa subito un altro.




Avevo già intenzione di vederlo.
Poi la critica di zia mi ha spronato
e ieri sera sono andato a gustarmelo.
Come ha già detto la zia
è anche un film sulla omosessualità,
ma è soprattutto un film sulle domande
che io in questi anni mi sto ponendo.
Merita.

martedì 19 gennaio 2010

lunedì 18 gennaio 2010

Una scala per il paradiso




Stairway To Heaven


There's a lady who's sure all that glitters is gold
And she's buying the stairway to heaven.
When she gets there she knows, if the stores are all closed
With a word she can get what she came for.
Ooh, ooh, and she's buying the stairway to heaven.

There's a sign on the wall but she wants to be sure
'Cause you know sometimes words have two meanings.
In a tree by the brook, there's a songbird who sings,
Sometimes all of our thoughts are misgiven.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it makes me wonder.

There's a feeling I get when I look to the west,
And my spirit is crying for leaving.
In my thoughts I have seen rings of smoke through the trees,
And the voices of those who stand looking.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it really makes me wonder.

And it's whispered that soon if we all call the tune
Then the piper will lead us to reason.
And a new day will dawn for those who stand long
And the forests will echo with laughter.

If there's a bustle in your hedgerow, don't be alarmed now,
It's just a spring clean for the May queen.
Yes, there are two paths you can go by, but in the long run
There's still time to change the road you're on.
And it makes me wonder.

Your head is humming and it won't go, in case you don't know,
The piper's calling you to join him,
Dear lady, can you hear the wind blow, and did you know
Your stairway lies on the whispering wind.

And as we wind on down the road
Our shadows taller than our soul.
There walks a lady we all know
Who shines white light and wants to show
How everything still turns to gold.
And if you listen very hard
The tune will come to you at last.
When all are one and one is all
To be a rock and not to roll.

And she's buying the stairway to heaven.
(Led Zeppelin, 1971)

giovedì 14 gennaio 2010

La chanson des vieux amants





Bien sûr, nous eûmes des orages
Vingt ans d'amour, c'est l'amour fol
Mille fois tu pris ton bagage
Mille fois je pris mon envol
Et chaque meuble se souvient
Dans cette chambre sans berceau
Des éclats des vieilles tempêtes
Plus rien ne ressemblait à rien
Tu avais perdu le goût de l'eau
Et moi celui de la conquête

Mais mon amour
Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore, tu sais, je t'aime

Moi, je sais tous tes sortilèges
Tu sais tous mes envoûtements
Tu m'as gardé de pièges en pièges
Je t'ai perdue de temps en temps
Bien sûr tu pris quelques amants
Il fallait bien passer le temps
Il faut bien que le corps exulte
Finalement, finalement
Il nous fallut bien du talent
Pour être vieux sans être adultes

Oh, mon amour
Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore, tu sais, je t'aime

Et plus le temps nous fait cortège
Et plus le temps nous fait tourment
Mais n'est-ce pas le pire piège
Que vivre en paix pour des amants
Bien sûr tu pleures un peu moins tôt
Je me déchire un peu plus tard
Nous protégeons moins nos mystères
On laisse moins faire le hasard
On se méfie du fil de l'eau
Mais c'est toujours la tendre guerre

Oh, mon amour
Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore, tu sais, je t'aime.

(Jacques Brel)

domenica 10 gennaio 2010

A woman is a mirror for a man




Ieri sono stato all'SMS di Siena a vedere la mostra fotografica su Francesca Woodman che sarebbe dovuta terminare oggi, ma è stata prorogata fino al 7 febbraio. Questa fotografa, nata un giorno prima di me, muore suicida nell'81 a soli 22 anni. Tutte le sue fotografie (circa 600) e video e installazioni sono fatte quindi in giovamissima età. La mostra presenta più di un centinaio di foto e anche, per la prima volta, 5 suoi video.



Le sue foto sono dure, taglienti. La prima impressione è di stupore e di dolore. Così come lo è stato ad esempio per me vedere dei video costruiti su alcune delle sue foto. Ma ad una seconda e più calma e più approfondita analisi le foto perdono la loro durezza e acquistano una forma più leggibile e leggera. Francesca sembra poter vedere i fantasmi e gli angeli e li ritrae usando il suo corpo (ma quasi mai il suo viso).



In questo post ho riportato solo alcune (pochissime) foto e i due video in testa e in coda. Il titolo del post è tratto da una foto di Francesca, anche perché "una fotografa è uno specchio per una donna".



Il catalogo, edito da SilvanaEditoriale, merita di essere acquistato sia perché riporta tutte le foto della mostra in scala 1:1, ma anche per i 4 contibuti critici molto validi (a dire la verità ne ho letti solo tre che ho giudicato molto buoni, mentre il quarto non mi ha poi detto granché).



giovedì 7 gennaio 2010

Bilancia di inizio anno




L'anno scorso ho perso 19 Kg (addirittura 22 Kg il 2 novembre).
In rosso le misurazioni interpolate linearmente.
In blu la trendline come polinomiale di 3° grado.

Quest'anno devo darmi da fare per mantenere il peso.
La trendline è infatti abbastanza preoccupante.

lunedì 4 gennaio 2010

Dell'amore e dei diritti





Un bel servizio giornalistico.
Ce ne sono ancora in Italia, anche nella RAI di Berlusconi.
E anche una bella Italia, sebbene stenti a crescere tra le pieghe e le piaghe dell'omofobia.
Una speranza.

domenica 3 gennaio 2010

Quando si può dire che una relazione diventa seria?




 
(Vivès e De Raphelis)

Non sono d'accordo con il commento 18 di Breddy al post precedente. E subito dopo averlo letto mi è capitato di leggere questa striscia nell'ultimo numero di ANIMAls. E ovviamente non sono d'accordo neanche con Vivès e De Raphelis.

Stasera non sono d'accordo con nessuno, forse neanche con me stesso.