giovedì 29 aprile 2010

Io sono il capitano della mia anima






Out of the night that covers me,
Black as the Pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds, and shall find me, unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scrolls,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


(William Ernest Henley, 1857)



Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
ringrazio gli dei chiunque essi siano
per l'indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.



lunedì 26 aprile 2010

Filastrocca sulle maestre




Filastrocca sulle maestre.
I compagni di scuola si sono sganasciati dal ridere quando è stata declamata.
Ma le destinatarie non hanno gradito.
E l'hanno fatta riscrivere in maniera più ortodossa.



sabato 24 aprile 2010

venerdì 23 aprile 2010

Resistenza - Resistenze




Questo è uno dei film che mi piacciono. Scritto e diretto dal pisano Gillo Pontecorvo (nato una settimana dopo il mio papà) è uno dei film che proiettavano durante un ciclo di film sulla Resistenza durante l'ultimo anno del liceo e che io, Toni e la Lella andavamo a vedere il pomeriggio al Da Vinci di Treviso.

mercoledì 21 aprile 2010

Theresa Zulinski


Forse è meglio che vi spieghi una cosa. Non sono mai stato sposato e non sento il bisogno di quel genere di cose. Il che mi fa gioco, perché non è che ci siano molte donne, nella mia vita. Non sono mai stato bravo, con le donne. Per dirla tutta, mi spaventano a morte. Da sempre. Non riesco ad andare a caccia di donne, come fanno certi uomini. Se ne incontro una è per caso. Ci inciampo, come potrebbe capitarmi con una lampada interessante da Goodwill. E anche quando succede (non spesso, no), resta il problema della mia personalità. Le donne mi hanno detto che devo aprirmi di più, e io lo farei, se non fossi certo che, una volta scoperto che dentro di me non c'è niente, mi troverei in guai seri.

lunedì 19 aprile 2010

The Woodmans


In questi giorni (dal 21 aprile al 2 maggio) al Tribeca Film Festival viene presentato un documentario intitolato The Woodmans. Chi mi conosce sa che io apprezzo il lavoro di Francesca Woodman di cui ho parlato qui a gennaio quando andai a vedere una sua retrospettiva a Siena. The Woodmans parla della sua famiglia, una famiglia di artisti: il padre pittore, la madre ceramista, il fratello artista video e, naturalmente, lei Francesca, fotografa acclamata, morta suicida a 22 anni.

Qui  si può vedere il documentario.

Qui sotto invece uno dei video girati da Francesca stessa.




Aggiornamento di metà maggio: The Woodmans ha poi vinto il "Best New York Documentary Award Winner" al Tribeca Film Festival. Qui un trailer.

domenica 18 aprile 2010

Tre anni di blog


Dandelion aperto il 18 aprile 2007, diventato privato il 3 marzo 2009 e chiuso il 18 agosto 2009.
PolitePolarBear aperto il 15 marzo 2009 e congelato il 18 agosto 2009.
Guerreronegro aperto il 26 agosto 2009.
Quine aperto il 19 ottobre 2009 e congelato il 3 gennaio 2010.
Quine aperto il 1° gennaio 2010.

Il primo è stato quello in cui ho fatto outing. Anche troppo. Infatti poi l'ho reso privato e addirittura chiuso.
Il secondo, come dice il nome, era molto più polite e asettico.
Dopo l'estate mi sono "chiuso" ancora di più e, come ha fatto notare affabile nel 12° commento del post precedente, non racconto quasi nulla di personale avendo la parvenza di essere solo culturale (in realtà racconto solo i libri che leggo, i film che vedo e la musica che ascolto).
Negli ultimi due blog mi limito invece a pubblicare le cose che trovo sul Web e che mi piacciono.

Nei blog di splinder ho avuto il vezzo di cambiare spesso le fotografie presenti nell'header. Eccole raccolte tutte qui sotto.






















mercoledì 14 aprile 2010

Changeling




Oramai conoscete il mio regista preferito.
Qualche giorno fa mi sono visto questo suo film,
che mi ero perso due anni fa quando uscì al cinema.
Mi ha soddisfatto.
Molto di più di Invictus che ho visto al cinema il mese scorso.
Ma i suoi due top rimangono Mystic River e Million Dollar Baby.
Buona visione!


martedì 13 aprile 2010

Boa Sorte - Good Luck




Vanessa:
É só isso
Não tem mais jeito
Acabou, boa sorte

Não tenho o que dizer
São só palavras
E o que eu sinto
Não mudará

Tudo o que quer me dar
É demais
É pesado
Não há paz

Tudo o que quer de mim
Irreais
Expectativas
Desleais

Ben Harper:
That's it
There's no way
It's over
Good luck

I've nothing left to say
It's only words
And what l feel
Won't change

Vanessa da Mata/Ben Harper:
Tudo o que quer me dar
(Everything you want to give me)
É demais
(It's too much)
É pesado
(It’s heavy)
Não há paz
(There is no peace)
Tudo o que quer de mim
(All you want from me)
Irreais
(Isn’t real)
Expectativas
(Expectations)
Desleais

Vanessa:
Mesmo se segure
Quero que se cure
Dessa pessoa
Que o aconselha

Há um desencontro
Veja por esse ponto
Há tantas pessoas especiais

Ben Harper:
Now even if you hold yourself
I want you to get cured
From this person
Who advises you

There is a disconnection
See through this point of view
There are so many
Special people in the world
So many special
People in the world
In the world
All you want
All you want

Vanessa da Mata/Ben Harper:
Tudo o que quer me dar
(Everything you want to give me)
É demais
(It's too much)
É pesado
(It's heavy)
Não há paz
(There's no peace)

Tudo o que quer de mim
(All you want from me)
Irreais
(isn’t real)
Expectativas
(That expectations)
Desleais

Vanessa da Mata/Ben Harper:
Now we're falling
Falling, falling
Falling into the night
Into the night
Falling, falling, falling
Falling into the night
Um bom encontro é de dois
Now we're falling
Falling, falling
Falling into the night
Into the night
Falling, falling, falling
Falling into the night



(Vanessa Da Mata, Ben Harper, 2007)

sabato 10 aprile 2010

Scorci da un sabato venato di nostalgia




      200



Scorci da un sabato venato di nostalgia.
Per rimuoverla ho cercato, per SMS, una coppia di amiche
io: Siete a Treviso?
loro: No a Grand Cayman...
io: Troppo distante per prendere un caffè con voi...
Così un'altra foto.



Questa sotto, invece, è per documentare per Gaz lo stato di abbandono del cinema Astra dove, negli anni '70 e '80, vidi molti bei film tra i quali ricordo Dersu Uzala e Thelma & Louise.






venerdì 9 aprile 2010

Nord



Anche se scoraggiato dal commento tagliente ("Fa abbastanza pena di far sghignazzare....... e dovrebbe essere un film drammatico!" le sue testuali parole) dell' amica della tabagista me lo sono guardato sul PC (scaricato da Internet) e mi è piaciuto. È una specie di road-movie tra le nevi di Trondheim e il protagonista è un campione di sci che cerca di uscire dalla sua cronica depressione. Due incendi involontari, molti paesaggi innevati, un protagonista che spiaccica nel film non più di qualche centinaio di parole sono tutti indizi che potrrebbero portare qualcuno ad impiccarsi nel bagno del cinema prima della fine dei titoli di testa. A me invece il film ha soddisfatto. Non ha la carica americana e il colore di Into the Wild, ma è, come dire?, più europeo, più intimista, più interiore.

mercoledì 7 aprile 2010

martedì 6 aprile 2010

La combriccola




Chi mi conosce sa che sono un tipo abbastanza tranquillo e pianificatore che difficilmente si districa bene nelle emergenze dove bisogna cambiare velocemente obiettivi gestendo il contingente. Ad esempio già da ieri avevo pianificato di andare questa sera a vedermi Nord all'Arsenale. Ne avevo accennato oggi pomeriggio ad una mia conoscente gatta tabagista su FaceBook. A casa stasera mi stavo appunto preparando per uscire e andare a cena al Numero11 e poi al cinema quando leggo un commento di un'amica della tabagista che sostanzialmente sconsiglia la visione ("Fa abbastanza pena di far sghignazzare....... e dovrebbe essere un film drammatico!" le sue testuali parole). Esco lo stesso per andare a cena e frattanto cambio programma: andrò a vedere Sul mare al Lumiere. A cena incontro Cecilia (che aveva saltato nuoto perché la piscina era chiusa) e le dico del mio cambiamento di programma. È lei questa volta che mi sconsiglia assolutamente di vedere quest'ultimo film. Lei lo ha visto e le ha fatto schifo (a parte le scene di Ventotene, ma quelle è meglio vederle dal vero). Mi dice che narra la storia di un bel ragazzo che ha tutto dalla vita e che si innamora di una tipa strana per cui perde la testa. Concordiamo che non è il film da vedere. Lei suggerisce caldamente un altro film che invece ha visto qualche giorno fa e che ha trovato bellissimo. Mi convince quindi di andare a vedere Io sono l'amore al Lanteri. Consultiamo insieme il Tirreno per vedere a che ora c'è e scopriamo che oggi il Lanteri è chiuso. Sconsolato dico a Cecilia che stasera non è proprio giornata per il cinema e che me ne tornerò a casa per finire di leggere il libro che sto leggendo in questi giorni (Second hand di Michael Zadoorian) quando butto una ultima occhiata al Tirreno per vedere quali altri film ci siano in programmazione. E proprio l'ultimo film che leggo tra le varie locandine è  Il piccolo Nicolas e i suoi genitori di cui avevo letto, proprio oggi pomeriggio, una stupenda critica di ZiaCassie sul suo blog. Corro così all'Odeon a vedermi il film pensando fra me e me se stavolta io e ZiaCassie saremmo stati d'accordo nel giudicare un film (in passato avevamo avuto idee decisamente opposte su alcuni film, su uno in particolare: a Serious man dei fratelli Coen). ZiaCassie ne ha parlato in un modo entusiasta e quindi sono partito un po' prevenuto nel senso che ho mentalmente alzato di molto l'asticella aspettandomi , e volendo vedere, un film importante. E alla fine ho visto un bel film, che mi ha fatto veramente divertire e che, soprattutto, mi ha fatto pensare, scena dopo scena, ad un gruppo scatenato di bimbi di cui leggevo da bambino le avventure sul Corriere dei Piccoli sul finire degli anni '60 e all'inizio dei '70. Sto parlando della Combriccola (in originale la Ribambelle) su disegni di Roba. Questa cosa, che ZiaCassie non aveva notato nella sua critica, è così evidente per chi ama i fumetti degli anni '60 della scuola franco-belga da risultare fin troppo evidente e decisamente sfacciata. La combriccola di Roba è composta da bambini di diverse classi sociali (il ricco e il povero), c'è quello con la Rolls-Royce guidata dal maggiordomo, c'è il campo in cui si riuniscono, con la staccionata con l'asse che si sposta e in cui si entra solo con la parola d'ordine, c'è la corriera arruginita nel campo, ci sono insieme quasi tutte le scene topiche del film che ho visto stasera. Insomma è stato un tuffo nel passato e di quando da piccolo mi appassionavo e fantasticavo sulle storie della Combriccola. Devo quindi ringraziare ZiaCassie per la sua critica e l'insieme di coincidenze che mi hanno fatto saltare gli altri 3 film che volevo vedere.



Ah... a proposito... stasera per addormentarmi invece di continuare il libro di Zadoorian mi sa che mi gusterò uno dei sei albi della Ribambelle che ho nella mia libreria fumettistica... forse proprio questo qui sotto... Buona notte!

lunedì 5 aprile 2010

tanka


Se qui adesso
ripenso al percorso
della mia passione
somigliavo a un cieco
senza paura del buio



(Akiko Yosano)

domenica 4 aprile 2010

Mareggiate





La grande mareggiata da sud estate 1962

Dei tempi passati ricordo un vento che soffiava attraverso i canions,
era un vento caldo chiamato sant'ana che portava con se il profumo di terre tropicali;
aumentava d'intensità prima del tramonto e spezzava il promontorio.
Io e i miei amici spesso dormivamo in macchina sulla spiaggia
e il rumore del mare ci svegliava e così all'alba sapevamo già che sarebbe stata per noi una grande giornata.

La grande mareggiata da ovest autunno 1965

Le estati passavano rapidamente,
spesso non lasciavano traccia;
forse ricordo meglio gli autunni e le altre stagioni.
Allora l'acqua diventava fredda,
era l'epoca delle ultime mareggiate che segnavano il cambio di stagione
ed era il momento che, spesso, ci trovava soli.

La grande mareggiata da nord inverno 1968

Quell'inverno le onde furono fredde, irruenti, pericolose;
fu una burrasca poderosa che spazzò la costa nel cuore dell'inverno.
Noi saltavamo le lezioni per andare a Dark Point ad assistere al frangersi di quelle montagne d'acqua;
dal largo veniva un vento teso che polverizzava la cresta delle onde,
era una distesa immensa di spuma e in acqua si sentiva il morso del freddo.
Ma ora tutto sembrava appartenere al passato.
Il cambiamento non era nella spiaggia, nel vento, nelle onde.
Il cambiamento era nelle persone,
qualcuno si era sposato,
altri si erano trasferiti nell'interno,
altri hanno iniziato altre attività.
Qualcuno era morto.

La gigantesca mareggiata della primavera del 1974

Da dove verrà il vento?
Dicono che sia il respiro di dio.
Chi dà veramente forma alle nuvole?
Cos'è che causa questo gigantesco perturbamento di masse d'acqua?
Dove ha origine?
Questo era il gran giorno, l'avevamo aspettato tanto.





I più bravi capiranno la relazione tra questa canzone di Cat Stevens
e il film che tanto mi piace.

My Lady d'Arbanville, why do you sleep so still?
I'll wake you tomorrow
and you will be my fill, yes, you will be my fill.

My Lady d'Arbanville why does it grieve me so?
But your heart seems so silent.
Why do you breathe so low, why do you breathe so low,

My Lady d'Arbanville why do you sleep so still?
I'll wake you tomorrow
and you will be my fill, yes, you will be my fill.

My Lady d'Arbanville, you look so cold tonight.
Your lips feel like winter,
your skin has turned to white, your skin has turned to white.

My Lady d'Arbanville, why do you sleep so still?
I'll wake you tomorrow
and you will be my fill, yes, you will be my fill.

La la la la la....

My Lady d'Arbanville why does it grieve me so?
But your heart seems so silent.
Why do you breathe so low, why do you breathe so low,

I loved you my lady, though in your grave you lie,
I'll always be with you
This rose will never die, this rose will never die.

I loved you my lady, though in your grave you lie,
I'll always be with you
This rose will never die, this rose will never die.

 

sabato 3 aprile 2010

La sepoltura dei morti




Il mese di aprile tra tutti è crudele,
sui morti fiorisce il lillà.
L'inverno ha sepolto la loro memoria,
lasciando soltanto pietà,

e adesso una vita è una faccia ingiallita
è solo una fotografia,
la morte non vale nemmeno il giornale
che leggi e che poi butti via.

In mezzo al biliardo tre morti ammazzati:
tu segna otto punti per te,
continui a parlare di cronaca nera
che leggi bevendo il caffè.

«Nel '64 era tutto più bello,
ma quello era l'anno del boom,
Guidavo nel vento la nostra '600
E i morti restavano giù».

In mezzo alla gente che sfila al mattino,
sotto l'insegna del tram
ho riconosciuto un nostro vicino
che gioca a biliardo nel bar.

«Quel corpo che tiene sepolto in giardino
di fiori ne dà o non ne dà?
Tenga lontano il suo cagnolino:
se scava lo ritroverà.»


(Stormy Six, 1975)

venerdì 2 aprile 2010

Non mi uccise la morte










Il 22 ottobre del 2009, con la morte improvvisa di Stefano Cucchi, è cambiata la storia. Prima che venissero rese pubbliche le fotografie del cadavere del trentunenne romano c'erano soltanto le immagini dei campi di concentramento nazisti a urlare «se questo è un uomo!» contro chi aveva costretto delle persone a finire, ormai ridotte a scheletri, in cataste ammucchiate davanti a forni crematori o malamente nascoste in fosse comuni.
...
Stefano Cucchi, 2009
Chehari Behari Diouf, 2009
Giuseppe Torrisi, 2008
Manuel Eliantonio, 2008
Gabriele Sandri, 2007
Aldo Bianzino, 2007
Giuseppe Casu, 2006
Riccardo Rasman, 2006
Federico Aldrovandi, 2005
...



Luca Moretti, Toni Bruno
Non mi uccise la morte
Castelvecchi Editore
ISBN: 978-88-7615-408-9
I edizione Aprile 2010
€ 12,00

giovedì 1 aprile 2010

Un uomo solo è sempre in buona compagnia





I soli sono individui strani
con il gusto di sentirsi soli fuori dagli schemi
non si sa bene cosa sono
forse ribelli forse disertori
nella follia di oggi i soli sono i nuovi pionieri.

I soli e le sole non hanno ideologie
a parte una strana avversione per il numero due
senza nessuna appartenenza, senza pretesti o velleità sociali
senza nessuno a casa a frizionarli con unguenti coniugali.

Ai soli non si addice l'intimità della famiglia
magari solo un po' d'amore quando ne hanno voglia
un attimo di smarrimento, un improvviso senso d'allegria
allenarsi a sorridere per nascondere la fatica
soli, vivere da soli
soli, uomini e donne soli.

I soli si annusano tra loro
sono così bravi a crearsi intorno un senso di mistero
sono gli Humphrey Bogart dell'amore
sono gli ambulanti son gli dèi del caso
i soli sono gli eroi del nuovo mondo coraggioso.

I soli e le sole ormai sono tanti
con quell'aria un po' da saggi, un po' da adolescenti
a volte pieni di energia a volte tristi, fragili e depressi
i soli c’han l'orgoglio di bastare a se stessi.

Ai soli non si addice il quieto vivere sereno
qualche volta è una scelta qualche volta un po' meno
aver bisogno di qualcuno, cercare un po' di compagnia
e poi vivere in due e scoprire che siamo tutti
soli, vivere da soli
soli, uomini e donne soli.

La solitudine non è malinconia
un uomo solo è sempre in buona compagnia.