Nel filmatino la prima rappresentazione del Milione di quasi 15 anni fa. Ma ieri sera Paolini. in Campo Madonna dell'Orto, ha replicato e ha migliorato molto il suo spettacolo. Qualche ruga in più (rispetto al filmatino), più calmo e rilassato (15 anni fa recitava velocissimo e non lasciava neppure il tempo di apprezzare le battute), auto-citandosi (facendoci apprezzare le differenze intervenute a Venezia e in terra-ferma rispetto a 15 anni fa, ad es. affermando che continua a preferire il tank in piazza San Marco piuttosto che l'automobile che ha percorso il ponte di Calatrava), auto-criticandosi (uno sfilarsi di scarpe troppo lungo che ha rotto per un attimo il tempo di scena) e mettendo il meglio di sè è riuscito a far sganasciare il pubblico veneziano (per la maggior parte autoctono) prendendo in giro i veneziani visti da uno di terraferma.
È stato veramente un grande spettacolo, che ha superato ogni mia più rosea aspettativa.
E questo spettacolo ha coronato un veloce pomeriggio a Venezia cominciato con un mutuo per i biglietti del vaporetto (18 EUR per un biglietto valido per 24 ore, dove ho comunque risparmiato perché in totale ho fatto 4 corse che mi sarebbero costate 4*6,50 = 26 EUR se le avessi acquistate singolarmente), proseguito con la mostra di Ileana Sonnabend al Guggenheim di Venezia, con una pausa pomeridiana per il gianduiotto di Nico alle Zattere , e terminata con una cena veloce in piedi a base di cicheti in un ottimo baccaro (mitiche le polpettine!).
Come ho già detto ad una mia carissima amica, anche se non ci fosse la mostra sulla Sonnabend (ed io in effetti non sapevo di questa mostra) bisognerebbe comunque, almeno una volta ogni 10-20 anni tornare a Venezia per visitare (e rivisitare) la opere esposte alla Guggenheim Collection. Ieri, entrando in quelle sale e accorgendomi di cosa c'era esposto, mi sono finalmente reso conto in maniera conscia di dove avessi visto per la prima volta gran parte di quelle opere del '900 che conoscevo e sapevo di aver già visto in vita mia. Le avevo viste proprio lì, al Guggenheim, in uno dei primi anni dell'università. Così è stato per alcuni Picasso, per dei Magritte, e altri.
Ho lasciato il Guggenheim desiderando di dormire in un letto con una testiera d'argento di Calder
magari sognando che si avverasse qualcuno dei desideri appesi all'ulivo nel giardino da parte dei visitatori.
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