È quando qualcosa scatena in te un'emozione tale da far vibrare l'anima. Una persona, un luogo, un odore che apre le narici, un suono che si insinua nelle orecchie. Sono tornato qui e quest'odore di salmastro, il sole che cade in mare, la brezza che penetra sotto i vestiti e corre sulla pelle... sono il tuffo al mio cuore. Il sentire del corpo altro non è che la miccia della mente. Risento sotto i piedi gioia e dolore della sabbia Versiliese che scottava 40 anni fa. Ero un ragazzo di 13 anni. Lei sul pattino, piccola donna dalla pelle abbronzata e dai sinuosi capelli scuri. Un'ignara dea dell'olimpo. Grandi occhi neri che mi scavavano dentro, ma non riuscivano a leggere quello che io stesso non comprendevo. Cos'è l'amore? Attrazione fisica? Mentale? Egoismo? Difficile a dirsi. La nostra anima, spirito o mente che sia, è ingabbiata in un corpo di carne e ossa. Spesso il corpo è come sbagliato. Come il viso mascolino di una donna di 53 anni che mi sta guardando dallo specchio di fronte!
mercoledì 27 febbraio 2013
domenica 24 febbraio 2013
Frida Kahlo (ma anche Alda Merini e i Café Tacuba)
I miei poveri versi
non sono belle, millantate parole,
non sono afrodisiaci folli
da ammannire ai potenti
e a chi voglia blandire la sua sete.
I miei poveri versi
sono brandelli di carne
nera disfatta chiusa,
e saltano agli occhi impetuosi;
sono orgogliosa della mia bellezza;
quando l’anima è satura dentro
di amarezza e dolore
diventa incredibilmente bella
e potente soprattutto.
Di questa potenza io sono orgogliosa
ma non d’altre disfatte;
perciò tu che mi leggi
fermo ad un tavolino di caffè,
tu che passi le giornate sui libri
a cincischiare la noia
e ti senti maestro di critica,
tendi il tuo arco
al cuore di una donna perduta.
Lì mi raggiungerai in pieno.
(Alda Merini)
No me hubieras dejado esa noche
por que esa misma noche encontre un amor
No me hubieras dejado esa noche
por que esa misma noche encontre un amor
Parecia que estaba esperando
tu momento de partir
parecia haber observado
mis momentos junto a ti
No me hubieras dejado esa noche
por que esa misma noche encontre un amor
No me hubieras dejado esa noche
por que esa misma noche encontre un amor
Me abrazo el instante mismo
que tu me dijiste adios
y no fue una gran tristeza
fue como ir
de menor a mayor
"Tu regreso habia esperado
mas te veia muy feliz
en los brazos de tu amada
te olvidaste tu de mi"
"Mas ahora que recuerdas
a mis brazos vuelves ya
sere por siempre tu amante,
tu novia... La soledad"
"Y si alguna vez regresas
con aquella que te amo
sabes no sera lo mismo
pues tambien me conocio"
No me hubieras dejado esa noche
porque esa misma noche encontré un amor
(mi soledad siempre ha pertenecido a ti)
...
(Café Tacuba)
sabato 23 febbraio 2013
Orsitudine
Dopo che ho passato gli ultimi mesi a chiaccherare quotidianamente di politica, cinema, arte e famiglia adesso mi ritrovo un po' più silenzioso e orso come ero una volta.
giovedì 21 febbraio 2013
Perché nacque la storia dell’arte
Il video riproduce la lezione "Perché nacque la storia dell’arte (da Policleto a Vasari)" tenuta dal prof. Salvatore Settis a Napoli il 16 febbraio 2013.
mercoledì 20 febbraio 2013
Non amo i social-network
Non amo i social-network.
Ti danno l'illusione di avere degli "amici", ma poi offrono delle possibilità per condividere i tuoi pensieri in teoria pubblicamente (ad es. sulla bacheca di FB), ma in pratica usando invece delle liste riservate. Io non ho mai usato questi trucchi sociali e semplicemente condivido sempre tutto con tutti i miei "amici".
Oggi invece ho scoperto (ma lo sospettavo già da una decina di giorni) che il mio amico Michele di FB mi avesse escluso da gran parte della sua bacheca. Sino alla fine del mese scorso sulla bacheca di Michele io vedevo i suoi numerosi post tutti classificati con l'icona che diceva "condiviso con gli amici". Invece da inizio febbraio in poi i post che vedevo sulla sua bacheca erano molto diminuti ed erano anche tutti etichettati con l'icona che diceva "condiviso pubblicamente". Inizialmente non avevo prestato caso a ciò. Poi ho capito che Michele continuava a postare sulla sua bacheca la maggior parte dei suoi post usando una lista specifica da cui io ero escluso e faceva anche un ristrettissimo numero di post pubblici. E questo l'ho capito perché qualche giorno fa Michele, senza rendersene conto, mi aveva confidato che proprio quel giorno aveva postato sulla sua bacheca due post che mi potevano interessare. Ma io non riuscivo a vederli! Li aveva erroneamente postati nella lista ristretta!
Allora non ci feci caso.
Adesso ho capito.
Che senso ha che Michele continui a professarsi mio amico quando tutti i suoi post (a parte quelli pubblici) sono vietati per me?
Ci sono veramente rimasto molto molto male.
Al limite preferisco che qualcuno mi cancelli come "amico" o mi blocchi sulla chat (e sempre facendolo apertamente, dandomene comunque una sua giustificazione, come ad es. è successo con una signora qualche anno fa), piuttosto che continui a professarsi mio "amico" ma in pratica considerandomi zero, niente o meno di niente.
In questi giorni diversi tipi di relazioni, che ho instaurato con diverse persone, stanno venendo meno o si stanno ridefinendo. E queste diverse cose (una relazione da ricostruire da una parte e il comportamento di Michele dall'altra) mi mettono in crisi. Mi fanno ragionare se non sia invece io quello che non riesce a instaurare delle buone e salde relazioni con il resto del mondo.
Aggiornamento delle 21:21 del 20 febbraio.
Ho cancellato Michele dai miei amici di FB.
domenica 17 febbraio 2013
Waterfall
Se non fossi impegnato allora stasera andrei a sentirla al lume di candela.
The river waters were born
To fall from a great height
Arc white lightening storm
To a mist of a thousand lights
Force and flow carve the stone
To deep and a dark pool
Under there's a cavern
Where the thunder and the throbbing
Spin the water to a silent silver spool
Where we lay
Our bodies soft as the earth
Our nerves the alive roots
Channelling the stream of love
The cascading dream above
Tenderly emerging leafing shoots
We arise to the open
Up where the rocks stand tall
To the roaring power of surrender
Of our waterfall
Sheng shui
We climb up the current
Follow the curving course
By a guiding hand
The contour of the land
Seeking the source
When the heavens they open
Alighting little spheres upon our skin
Cloud to rain to aquifer
Spring to ocean
The water of life within
Sheng shui
The river waters were born
To fall from a great height
Arc white lightening storm
To a mist of a thousand lights
Force and flow carve the stone
To deep and a dark pool
Under there's a cavern
Where the thunder and the throbbing
Spin the water to a silent silver spool
Where we lay
Our bodies soft as the earth
Our nerves the alive roots
Channelling the stream of love
The cascading dream above
Tenderly emerging leafing shoots
We arise to the open
Up where the rocks stand tall
To the roaring power of surrender
Of our waterfall
Sheng shui
We climb up the current
Follow the curving course
By a guiding hand
The contour of the land
Seeking the source
When the heavens they open
Alighting little spheres upon our skin
Cloud to rain to aquifer
Spring to ocean
The water of life within
Sheng shui
venerdì 15 febbraio 2013
Antony @ Sanremo
Mi hanno detto che Sanremo quest'anno merita. Ma in questi giorni per varie ragioni (pagelle del 1º quadrimestre, lavastoviglie rotta che ha allagato il pavimento della cucina, ...) non ho visto nessuna serata. Anche questa sera preferisco finire di leggere un libro che mi hanno prestato. Forse solo ieri sera se avessi saputo che c'era Antony Hegarty all'Ariston allora forse avrei acceso la TV per ascoltarlo. Antony mi piace. La sua voce ancora di più.
In youth's spring, it was my lot
To haunt of the wide earth a spot
To which I could not love the less
So lovely was the loneliness
Of a wild lake, with black rock bound
And the tall trees that towered around
But when the night had thrown her pall
Upon that spot as upon all
And the wind would pass me by
In its stilly melody
My infant spirit would awake
To the terror of the lone lake
My infant spirit would awake
To the terror of the lone lake
Yet that terror was not fright
But a tremulous delight
And a feeling undefined
Springing from a darkened mind
Death was in that poisoned wave
And in its gulf a fitting grave
For him who thence could solace bring
To his dark imagining
Whose wildering though could even make
An Eden of that dim lake
But when the night had thrown her pall
Upon that spot as upon all
And the wind would pass me by
In its stilly melody
My infant spirit would awake
To the terror of the lone lake
My infant spirit would awake
To the terror of the lone lake
Springing from a darkened mind
So lovely was the loneliness
In youth's spring, it was my lot
In its stilly melody
An Eden of that dim lake
An Eden of that dim lake
Lone, lone, lonely...
lunedì 11 febbraio 2013
Non è mai troppo tardi
Ricordo che una volta c'ho messo 142 giorni per capire una cosa che poi non era così difficile. Quasi 5 mesi! Ci vuole la pazienza di Alberto Manzi per sopportare la mia coggiutaggine. Quasi quasi bisognerebbe cambiare il titolo di questo blog da "orso polare beneducato" a "somaro recalcitrante", ma siccome mi piace troppo il disegno della testatina lascio tutto così.
domenica 10 febbraio 2013
Donne Cavalieri Incanti Follia
Se ieri ero andato a Forlì oggi invece sono andato a vedere una piccola mostra al centro SMS di Pisa. Si tratta di una rivisitazione delle varie edizioni dell'Orlando Furioso da quando è stato scritto sino ai nostri giorni. Mi sono piaciute molto i disegni di Fabrizio Clerici ma anche e soprattutto le magnifiche tavole che Grazia Nidasio ha realizzato 4 anni fa (alla bella età di 78 anni) per illustrare l'Orlando narrato da Italo Calvino.
Anche se il mio blog si richiama all'orso, io sono e rimango un animale abbastanza sociale e mi piace un casino visitare le mostre in compagnia in modo da scambiare subito alcune impressioni volanti sulle cose appena viste. Stamani invece ero solo soletto e, per di più, ero anche l'unico visitatore di tutta la mostra (a parte i due commessi all'ingresso al piano inferiore che sostanzialmente non facevano nulla perché l'ingresso è gratuito). Nonostante la solitudine la mostra merita (e anche il centro espositivo che neppure conoscevo) ma purtroppo tra una manciata di giorni termina. Così è la vita.
Novecento
Ieri ho visitato, in compagnia di una signora, la mostra Novecento - Arte e vita in Italia tra le due guerre ai Musei San Domenico di Forlì (dal 2 febbraio al 16 giugno 2013).
Quello di ieri è stato sotanzialmente il primo sabato di apertura (a parte l'inaugurazione del 2 febbraio) e c'era molta poca gente per cui ci siamo goduti la mostra con molta calma impiegandoci 4 ore (dalle 11:30 alle 15:30) e gustandoci con tranquillità tutte le opere esposte.
Io sono stato invogliato a vedere questa mostra per due motivi
- la bellissima presentazione che ne ha fatto la trasmissione A3 su Radio3 il 2 e 3 febbraio scorsi (i files podcast rispettivamente qui e qui),
- la analoga mostra che vidi a Firenze a Palazzo Strozzi lo scorso 18 novembre (e alcune poche opere di Firenze sono state ripresentate a Forlì).
A differenza di Firenze la mostra di Forlì è decisamente meglio strutturata in termini di organizzazione dello spazio espositivo e completezza. Uniche pecche sono alcune (poche a dire la verità) illuminazioni decisamente mal realizzate e la mancanza di sedili/poltrone dove potersi ogni tanto sedere e godersi in pace tutte le opere di una sala. Ottimo e ben fatto i catalogo (venduto nel bookshop della mostra a 29 EUR invece che 34 EUR) con la solita pecca di tutti gli ultimi cataloghi su carta lucida con cui sono venuto in contatto negli ultimi anni e cioè la non sempre affidabilità dei colori riportati. Come ha anche affermato la mia compagna di viaggio oramai è quasi impossibile vedere riprodotto su carta un verde originale visto che quasi sempre si trasforma in blu. Così è la vita! :-(
Qui sotto riporto solo alcune (veramente poche) delle opere che ci hanno toccato in un senso o nell'altro.
Quasi tutte le foto sono cliccabili per poterle vedere ingrandite a pieno-schermo. Portando il mouse sopra l'immagine si possono leggere titolo, autore e data.
Ad entrambi sono piaciute molte opere, tra cui sicuramente Casorati e Crali (un'altra opera di quest'ultimo la vidi anche lo scorso novembre a Firenze qui)
A me sono piaciute tantissimo La città ideale, l'aeropittura di Dottori e l'autoritratto di Annigoni.
A me non dispiace neppure il realismo magico di Cagnaccio da San Pietro (stile illustrazione di libro piuttosto che quadro).
A lei è piaciuto molto Sironi.
Entrambi ci siamo divertiti con il profilo continuo di Mussolini
A nessuno di noi due è piaciuto Ravasco ("Che cosa avremmo fatto se un amico ci avesse regalato un centrotavola di Ravasco?" eppure il FAI utilizza i fondi che raccoglie anche per restaurare questi centrotavola!) e Sofianopulo (una sua opera, vista dal vivo, incute veramente timore mentre l'altra è decisamente impressionante) per non parlare di Funi e del suo autoritratto con i bracciotti gonfiati o di Garbari.
Tra gli oggetti mi sono rimasti meritevolmente impressi due Gio Ponti e un Varisco.
Lei ha molto apprezzato un vaso di Baldelli.
È stato un bel sabato, la mostra merita e la consiglio veramente.
Aggiornamento del 28 febbraio 2013
Aggiunto questo video promozionale...
mercoledì 6 febbraio 2013
Magnitudo 8
Alle 02:30 di notte un email automatico da USGS mi avverte che c'è stato un terremoto di magnitudo 8. Otto! È una esperienza lacerante, come per me sarebbe una pugnalata da dietro la schiena fino all'interno delle mie viscere.
Sono una persona dotata di una forte empatia e se mi narrano di un terremoto e mi raccontano le sensazioni che si prova allora anch'io mi immedesimo moltissimo e provo un po' quelle sensazioni. Ma se poi, per la prima volta nella mia vita, vivo un terremoto di magnitudo 8 allora soffro terribilmente di più.
martedì 5 febbraio 2013
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