Ieri ho visitato, in compagnia di una signora, la mostra Novecento - Arte e vita in Italia tra le due guerre ai Musei San Domenico di Forlì (dal 2 febbraio al 16 giugno 2013).
Quello di ieri è stato sotanzialmente il primo sabato di apertura (a parte l'inaugurazione del 2 febbraio) e c'era molta poca gente per cui ci siamo goduti la mostra con molta calma impiegandoci 4 ore (dalle 11:30 alle 15:30) e gustandoci con tranquillità tutte le opere esposte.
Io sono stato invogliato a vedere questa mostra per due motivi
- la bellissima presentazione che ne ha fatto la trasmissione A3 su Radio3 il 2 e 3 febbraio scorsi (i files podcast rispettivamente qui e qui),
- la analoga mostra che vidi a Firenze a Palazzo Strozzi lo scorso 18 novembre (e alcune poche opere di Firenze sono state ripresentate a Forlì).
A differenza di Firenze la mostra di Forlì è decisamente meglio strutturata in termini di organizzazione dello spazio espositivo e completezza. Uniche pecche sono alcune (poche a dire la verità) illuminazioni decisamente mal realizzate e la mancanza di sedili/poltrone dove potersi ogni tanto sedere e godersi in pace tutte le opere di una sala. Ottimo e ben fatto i catalogo (venduto nel bookshop della mostra a 29 EUR invece che 34 EUR) con la solita pecca di tutti gli ultimi cataloghi su carta lucida con cui sono venuto in contatto negli ultimi anni e cioè la non sempre affidabilità dei colori riportati. Come ha anche affermato la mia compagna di viaggio oramai è quasi impossibile vedere riprodotto su carta un verde originale visto che quasi sempre si trasforma in blu. Così è la vita! :-(
Qui sotto riporto solo alcune (veramente poche) delle opere che ci hanno toccato in un senso o nell'altro.
Quasi tutte le foto sono cliccabili per poterle vedere ingrandite a pieno-schermo. Portando il mouse sopra l'immagine si possono leggere titolo, autore e data.
Ad entrambi sono piaciute molte opere, tra cui sicuramente Casorati e Crali (un'altra opera di quest'ultimo la vidi anche lo scorso novembre a Firenze qui)
A me sono piaciute tantissimo La città ideale, l'aeropittura di Dottori e l'autoritratto di Annigoni.
A me non dispiace neppure il realismo magico di Cagnaccio da San Pietro (stile illustrazione di libro piuttosto che quadro).
A lei è piaciuto molto Sironi.
Entrambi ci siamo divertiti con il profilo continuo di Mussolini
A nessuno di noi due è piaciuto Ravasco ("Che cosa avremmo fatto se un amico ci avesse regalato un centrotavola di Ravasco?" eppure il FAI utilizza i fondi che raccoglie anche per restaurare questi centrotavola!) e Sofianopulo (una sua opera, vista dal vivo, incute veramente timore mentre l'altra è decisamente impressionante) per non parlare di Funi e del suo autoritratto con i bracciotti gonfiati o di Garbari.
Tra gli oggetti mi sono rimasti meritevolmente impressi due Gio Ponti e un Varisco.
Lei ha molto apprezzato un vaso di Baldelli.
È stato un bel sabato, la mostra merita e la consiglio veramente.
Aggiornamento del 28 febbraio 2013
Aggiunto questo video promozionale...
Tutto giusto tranne il giusdizio di Sofianopulo: l'ho trovato inquietante ma intrigante. Una delle scoperte più interessanti della mostra, da approfondire.
RispondiEliminaDobbiamo ancora scoprire se Achille Funi era davvero palestrato come si autodipingeva ;-)
Abbiamo anche notato che mancavano del tutto didascalie in inglese o in altre lingue diverse dall'italiano. Ci è sembrata una scelta limitante e... autarchica (molto in linea con il tema della mostra, eh eh).
RispondiEliminaSì. È una delle cose che volevo raccontare ma di cui mi sono scordato. E, se ricordo bene, a Firenze invece c'erano ovunque le doppie didascalie italiano/inglesi.
EliminaAggiunto in coda al post un video promozionale con alcune parole del curatore.
RispondiEliminatanto inquietante quanto affascinante dal vio ALLO SPECCHIO di Cagnaccio di San Pietro,concordo su Sofianopulo,intrigante
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