venerdì 3 maggio 2013

Smarrimenti politici



Tratto dalla civetta del Vernacoliere del maggio 2013.

17 commenti:

  1. Bisogna che quelli del Vernacoliere correggano le civette!

    Eppure il sentire della gente comune (tra i quali mi ci metto anch'io), dei simpatizzanti (che restituiscono le tessere alle sezioni) e del servizio d'ordine del PD (vedi qui) tende forse a confondere in un'unico amalgama tutta la classe dirigente del PD (Bersani incluso) che è lontanissima dalla base e dagli elettori.

    Direi quindi che quella del Vernacoliere è una licenza poetica che si può accettare e su cui si può anche sorridere. D'altronde il titoletto recita appunto "Smarrimenti politici"!

    L'importante è che poi quelli del PD non vengano più a romperci i marroni con l'importanza delle primarie come luminoso esempio di democrazia interna se poi decidono di fare esattamente il contrario di quanto gli elettori hanno votato.

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  2. No, mi dispiace ma non sono d'accordo. Sono stanca di sentire il ritornello "sono tutti uguali": Bersani, a mio parere, si salva dallo sfacelo del PD. Come si salva Civati. Attenzione a non buttare il bambino con l'acqua sporca.

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  3. Negli ultimi giorni ho proprio discusso molto di questo.
    Ci sono persone (Bersani, Civati, etc...)
    e persone (Renzi, Dalema, etc...).
    E poi c'è il PD.

    Io continuo a credere in certe persone (sia locali che nazionali).
    Ma non credo più nel partito PD.
    Forse sbaglio, ma è solo il mio attuale sentire.

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  4. Condivido questo tuo sentire: non voterò PD alle prossime elezioni.
    Non condivido l'ironia becera su Bersani.

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  5. Premesso che non ho tessere di nessun partito da molti anni e che non ne voglio avere per il futuro, premesso anche che amo sempre distinguere e non generalizzare all’interno di una categoria, mi piacerebbe che riuscissimo a cambiare l’idea che abbiamo di cos’è un partito. Per me non si dovrebbe identificare con i suoi dirigenti anche se le scelte le fanno loro. Un partito dovrebbe essere delle persone che ne fanno parte, delle persone che si trovano in sintonia con le scelte ufficiali e di quelle che non vi si riconoscono per niente. Un partito dovrebbe essere anche un po’ di chi lo ha votato e gli ha dato la fiducia, sia pure per un tempo limitato. Un partito è fatto quasi sempre di sporchi compromessi e di doppie verità di alcuni suoi membri in stridente contrasto con i sogni di altri. Io, quei sogni, quando li riconosco li rispetto e vorrei che fossero più visibili e più rappresentati. All’estero, all’epoca di Berlusconi, identificavano con lui gli italiani, cioè tutti noi. Prima ancora identificavano con la mafia gli italiani, cioè tutti noi. Vorrei che fosse possibile non fare allo stesso modo. (Non amo i film western perché tutto alla fine si riduce a uno sporco duello alla pistola tra due maschi, uno buono e uno meno, e le altre persone non hanno alcun ruolo. Cosa c’entra? C’entra.)

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  6. Io identifico un partito con le scelte che quel partito fa.

    Il governo di grandi intese con Berlusconi è una scelta di partito. E questa scelta di partito non è corente con la indicazione chiesta e ottenuta dal PD con le primarie.

    Il rifiuto aprioristico di Rodotà come possibile presidente della Repubblica è una scelta di partito. E questa scelta di partito non è corente con il sentire della base del PD.

    Poi sono convinto che ci siano persone (sia a livello locale, sia nazionale) che la pensano come me e farano in modo, forse, di cambiare il comportamento del PD. E io appoggio queste persone. Ma non appoggio il partito così come si palesa nelle grandi e decisive scelte fatte in queste ultime settimane. Quindi o prossimamente il partito PD cambia in maniera netta e decisa i suoi comportamenti (ma sono un po' pessimista su questa possibilità) oppure io rivolgerò le mie attenzioni a qualche altro partito. Ciò, lo ripeto, non inficia la fiducia che io ho in certe singole persone che, lo riconosco, si stanno adoperando per migliorare le cose.

    Capisco e comprendo che alcune persone possano avere idee differenti all'interno di un partito (ad esempio su tempi di natura personale come eutanasia, religione, etc...) ma non concepisco di essere preso in giro su temi prettamente politici su cui la base del partito aveva ed ha chiaramente espresso le sue opinioni. Mi sono sentito tradito dal partito PD (e non da alcuni singoli suoi dirigenti).

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  7. Secondo me l'obiettivo di un partito politico dovrebbe essere quello di concretizzare i sogni (almeno in parte, a piccoli passi), mentre la sinistra italiana non ha fatto che coltivare ideali all'infinito senza arrivare a realizzarli mai. Stiamo parlando di politica, non di movimenti di opinione: mi aspetto dalla dirigenza di un partito (su sollecitazione della base) risposte urgenti e concrete in materia di economia, lavoro, scuola, ricerca. Non mi interessano i sogni, decido il mio voto in base ai fatti.

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  8. Buongiorno, bene alzati. Sì, certo, il voto riguarda i fatti. Io però considero relativamente poco importante il voto, soprattutto se inteso (come anch’io quasi sempre lo intendo) come punizione o premio di una volta ogni tanto. A me interessano i sogni perché identifico la politica con uno sguardo sul mondo e delle idee generali – ideali, se vogliamo – rispetto alle quali le elezioni sono un granello di sabbia nel deserto. A me interessano anche perché continuo a coltivarne moltissimi convinta che sono solo i sogni a poter muovere il mondo e anche a determinare, con la loro esistenza o se invece non esistono, il colore dei “fatti”. Mi è piaciuto molto il recente film "Viva la libertà" di Roberto Andò. Perché ricorda che la politica muore se ridotta al voto e alla ricerca del consenso elettorale. Ricorda che la politica deve essere prima di tutto passione. Le elezioni sono la banalità del quotidiano e non vale la pena stare troppo a discuterne: una crocetta e via.

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  9. Il problema è che con qualche crocetta di troppo ci siamo scelti Berlusconi per vent'anni (tanto per fare un esempio). Il voto, purtroppo, è l'unico atto concreto che il comune cittadino può esercitare. E in questi anni disgraziati la passione non basta: è necessario che qualcuno raccolga e dia un senso agli sforzi dei singoli. Cosa importa, ad esempio, se m'impegno nel mio lavoro quando la struttura nella quale opero va allo sbando? Come posso vivere di passione quando il mio contratto di lavoro è precario e mal retribuito? Non è più tempo di sogni, molti di noi non possono più permettersi il lusso di sognare. Chi si occupa di politica dovrebbe capirlo.

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  10. Io credo nella democrazia partecipativa, vivo il voto come un momento importante. Non metto una crocetta e via.

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  11. Non sono d'accordo che le elezioni siano solo una crocetta e via. Anzi per me sono un momento importante e pregno di significato. Quasi liturgico.

    Ma penso anche che con la parola "sogni" si indichi la passione che fa tendere verso un obiettivo.
    Poi nel percorso di tutti i giorni ci sono i problemi concreti da risolvere.
    Un po' come succede nell'innamoramento e nell'amore e nel matrimonio.
    Io credo sia nell'innamoramento- passione sia nella vita di coppia di tutti i giorni con i problemi concreti da risolvere.
    Non si può essere solo sognatori e non si può essere solo realisti.

    Io mi sono disinnamorato del Pd.

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  12. Non svilisco il voto. Ho sempre votato e l'ho fatto seriamente. Forse se non ci si conosce bene ed è facile fraintendere. Dovrei scrivere un commentot troppo lungo. Risulterebbe involontarialmente egocentrico. Capisco le vostre ragioni, quelle di ciascuno; e conosco le mie. Buona giornata. Purtroppo sono anche malconnessa da qua! :)

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  13. Ora sono a casa e ben connessa, il commento precedente sembra sgarbato, ma dipende dalla precarietà della situazione nella quale stavo scrivendo. Mi piace, in rete, confrontarmi anche con chi non conosco bene e questo comporta il rischio del fraintendimento, che accetto. 1) Il voto: lo considero un diritto serio e non potrei mai non esercitarlo. Intendevo, con quella frase, che il voto per molti può essere una crocetta e via, che non coincide di per sé con l’impegno politico. Metto il link a una mia vecchia nota di facebook proprio su questo: https://www.facebook.com/notes/maria-antonella-galanti/il-voto-è-un-diritto-ma-anche-un-dovere/10150232223103905
    2) I sogni: per me non sono in alternativa ai “fatti”, ma li illuminano; anche quelli più piccoli e insignificanti. Penso che tutti ne possiedano. Penso anche diano senso all’esistenza, ma questo è legato, appunto, a come sono fatta io. :)

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  14. La verità è che siamo sgomenti e frastornati per quanto sta accadendo in Italia. Di fronte a una situazione ingovernabile c'è chi si aggrappa alla realtà e chi continua a sognare. Forse è vero, senza rendercene conto facciamo entrambe le cose, perché desiderio e azione non sono mai dissociati. Sono due modi, entrambi legittimi e positivi, di andare alla ricerca di una soluzione efficace. Perché alla fine vorremmo tutti contribuire a rendere più vivibile questo nostro paese.

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  15. E' così, infatti. E' proprio quello che intendevo, Elena. Parlare e confrontarsi è a maggior ragione importante, anche quando sembra di avere posizioni distanti. Sognare senza restare anche ancorati alla realtà significa scivolare nel territorio della follia, sia pure quella meno visibile ed eclatante; ed è questo il ragionamento che ha motivato alcune mie scelte concrete recenti e difficili. Aggrapparsi ai fatti smettendo di sognare, d'altra parte, può significare perdersi, smettere di volersi bene, diventare facili prede inconsapevoli della rassegnazione e dunque di fatto rendersi gestibili. E' più o meno la stessa discussione che ieri ho avuto con mio figlio, che è un giovane adulto sgomento e frastornato, appunto, come tutti quelli della sua età, come tutti i miei studenti con i quali parlo spesso di queste cose, per le prospettive future.

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