Sono passati quasi 50 anni e io sono pessimista perché difficilmente impariamo dalla storia. Fatto sta che un pilone che regge l'A1 (un pilone su cui sono passato due volte due giorni fa) si è spostato di mezzo centimetro negli ultimi 4 mesi. Non si arriverà forse ai 1918 morti di mezzo secolo fa. Forse non ci sarà neanche un morto. Ma dispiacerà un po' vedere l'Italia divisa in due dopo appena 150 anni che siamo uniti.
Sono troppo pessimista?
Non preoccupiamoci! La frana in movimento è tenuta sotto controllo da tecnici indipendenti... pagati dalla Società Autostrade!
D'altronde si è addirittura rotto uno degli inclinometri usati per misurare l'avanzamento della frana. Un inclinometro è uno strumento che misura i movimenti franosi. Una volta praticato un foro in terra profondo anche cento metri (112 metri nel caso in questione) viene inserito un tubo, in lega d’alluminio o plastica. In questo tubo viene inserita periodicamente una sonda per misurare anche i minimi spostamenti del terreno secondo la pressione subita dal tubo stesso. È proprio in una di queste misurazioni, l’11 gennaio che la sonda si è bloccata a meta strada, 68 metri. E se la sonda si interrompe il segnale è chiaro. Il tubo non ha retto i forti spostamenti e si è rotto. Altro che misurare la frana... la frana ha addirittura rotto lo strumento di misurazione.
Magari se riescono a far bloccare l'A1 forse qualcuno ripenserà alla questione della TAV. Forse.
Appuntamento al 9 ottobre del 2013.
Leggo oggi su Repubblica che una perizia di Toto Costruzioni afferma che la pressione di milioni di metri cubi di frana che incombe sulle strutture della galleria e che già ha modificato di alcuni centimetri l'assetto dell'opera, nel corso degli anni renderà del tutto inutilizzabile l'autostrada che corre dentro la galleria.
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