Venezia, 9.10.32
Mia carissima Lily,
Grazie di tutto cuore per la tua lettera ricevuta oggi. Mi ha fatto piacere perché, alla partenza, ti avevo lasciato triste. Sono lieto di sapere che riprendi le tue forze, che il "Bambimbo" sta bene e che già pone qualche problema. Domani è il tuo compleanno ma non riceverai lettere mie perché, ieri, l'Onnipotente non mi aveva ancora svelato cosa Venezia riserva, sin dal primo giorno, al suo visitatore. Penso oggi intensamente alla tua festa che tutti gli anni riserva qualcosa di nuovo e mi rallegro nella certezza che l'anno prossimo sarà ancora più bella.
Venezia è una città senz'automobili, senza carrozze, senza asini, senz'alberi, con pochi cani e molti gatti (ma nessuno bello). Motivo essenziale l'acqua alta in permanenza, in molte strade, anche in quelle principali. Chissà come staranno le case, immerse in questo costante pediluvio? Si cammina comodamente ma la tanta confusione e i molti ponti - dire molti è dire poco - causano enormi difficoltà: difficoltà che non sono tuttavia tra le minori. Impedimento ancora maggiore è infatti la mancanza di ogni punto di riferimento, così che orientarsi senza busoola sembra quasi impossibile.
Poche le eccezioni a questa confusione ed angustia di spazio (dire poche è già quasi esagerare); il Canal Grande (ma è bagnato); la piazza San Marco con l'attigua piazzetta ed il molo, che è largo per breve spazio, concede libertà allo sgardo. Ma è cosa da poco. È in queste condizioni che oggi ho gironzolato per ore, senza allenamento! Ma tutto è nuovo e pieno d'attrattive. Piazza San Marco è unica nel suo genere. Di più, dopo questa esperienza, non potrei dirti. Domani voglio visitare l'Accademia per ammirare i dipinti.
Il treno che da Milano (da dove ieri ti diedi notizie) mi portò qui era molto simpatico. Dopo la colazione, con due panini imbottiti, pranzai con dovizia in un'elegante carrozza-ristorante. All'arrivo trovai l'acqua già alta ciò che mi fece gridare spaventato "Pilsen"! Poi giunse un tizio che sapeva il tedesco e mi procurò un facchino. Il facchimo sollevò il mio modesto bagaglio quasi fosse pesante e corse in direzione di un orribile, misero battellino. Ed io dietro di lui. Dopo quattro fermate scendemmo e, percorso un tratto di strada a piedi, giungemmo a destinazione. In definitiva tutto regolare. A sera rintracciai la trattoria di Kandinsky che si chiama La Colomba. È per bene e niente cara. A Venezia è un pullulare, del resto, di simpatici ristorantini di ogni prezzo e dove ci si trova sempre a proprio agio.
Il tempo qui è diverso da quello che tu avevi previsto. Più caldo che bello, tende cioè alla "spruzzata" che quasi quasi neppure si può chiamare pioggia. L'aria è dolce. La gente, in genere, è più vitale che bella. Sa darsi un contegno, sa posare ed è restata sana di spirito. Di tanto in tanto ammiro cose stupende, come in un bel sogno.
Concludo. Abbi cura di te, in attesa che si possa, in una prossima occasione, bighellonare insieme. Ti bacio
il tuo Paul
Nessun commento:
Posta un commento