E io che ancora mi innamoro come uno scemo
perché l’innamorarsi è uno specifico dell’uomo
spudorato mi accosto all’incerto dei tuoi richiami
sono io che deliro e tu che ami
Non so dove ora tu sia giunta
cara indimenticabile Maria
che all’inizio degli anni settanta
conoscesti la rabbia e l’ironia
Avevi il dono assi inconsueto
di ridere persino del tuo mito
e l’intuizione di una strana fede
per cui una cosa è vera soltanto
quando non ci si crede
Perché per credere davvero
bisogna spesso andarsene lontano
e ridere di noi
come da un aereoplano
Se tu fossi davvero esistita
cara indimenticabile Maria
fin da allora potevo imparare
a congiungere il vero e la bugia
E nelle notti massacranti
riempite di parole intelligenti
e nell’angoscia della vita
ho in mente ancora l’eco
della tua risata
Perché per vivere davvero
bisogna spesso andarsene lontano
e ridere di noi
come da un aereoplano
Forse sei solo un’ipotesi di donna
forse sono esagerati i sentimenti
e i mille spunti che mi dai
se è vero che si tratta
di una Maria che non conobbi mai
Ma so che a me piace pensarti
cara indimenticabile Maria
come fossi davvero esistita
col tuo gusto di amare e andare via
Perché persino nell’amore
nell’eccellenza del soffrire
nella violenza di una litigata
eri così coinvolta e così distaccata
Perché per credere all’amore davvero
bisogna spesso andarsene lontano
e ridere di noi
come da un aereoplano
E che la logica assurda del tempo
questo tempo che tutto porta via
riesca almeno salvare il tuo nome
Maria
(Giorgio Gaber, Sandro Luporini)
Bella. Buona Pasqua a te e alle Orsette.
RispondiEliminagrande Gaber e bellissima canzone.
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