giovedì 3 settembre 2015
È la realtà che... (parte 2)
Questa volta testuale, senza fotografie che possono turbare.
Persone che assiepano all'inverosimile un treno.
Hanno pagato il biglietto fino a Monaco di Baviera.
Vogliono andare in Germania passando per l'Austria.
Finalmente il treno parte.
Ma si ferma appena dopo 40 km.
Si ferma vicino ad un centro di identificazione.
Quando ho letto questa storia ho pensato ai treni che partivano per i campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale.
Sono il solo ad averlo pensato?
Non lo so.
Ma queste cose in Europa non avrei mai voluto vederle.
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Anch'io. Forse perché l'avevo già pensato il giorno prima, leggendo della polizia ceca che marchia con un numero il braccio dei migranti usando i pennarelli
RispondiEliminaNon siete i soli ad aver fatto questo collegamento ..pure io. Incredibile. Follia. Tristezza
RispondiEliminama non è soltanto questo collegamento mentale, è da molto tempo che penso e rifletto sul problema immigrazione, ho lavorato , insegnato, a bambini immigrati, conosco molte problematiche di coloro che arrivano. Conosco alcuni dei motivi di coloro che partono.Il problema è grande davvero e mi domando se le soluzioni assistenziali trovate fino ad ora hanno solo aggravato la situazione.
RispondiEliminaHai visto il film "io sto con la sposa", un film documentario? Mi è rimasto molto impresso, famiglie che si trovano costrette ad abbandonare tutto il loro mondo, lasciandosi alle spalle atrocità, ma anche tanti ricordi, tradizioni, cultura. Uomini, donne, bambini, esseri umani. Come si può! Com'è possibile avere comportamenti così atroci di fronte all'umanità! "Se questo è un uomo" per citare il titolo di un libro, ma ce ne sono tanti altri, perchè dicono "perchè non si ripeta il dolore",non si ripeta? Ho pensato anch'io la stessa cosa che avete pensato voi. Poi ieri sera sento SaLvini parlare, altro orrore, lo manderei in mutante in Siria in una zona occupata. Mio figlio ha aggiunto che chiederebbe aiuto al suo trattore verniciato che giungerebbe da Venezia. Hanno dimenticato la nostra stessa storia. Hai letto "Vita" della Mazzucco? Un romanzo storico, parla di noi emigranti, fine ottocento ai giorni nostri, del museo che si trova in America dove ci sono i nomi di alcuni miei antenati e di molti altri italiani, anche di coloro che si sentono forti nelle loro crudeli ideologie.
RispondiEliminaIl post precedente lo scorro sempre in velocità, la foto mi tocca profondamente.
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