Partigiana per amore
È un libretto di 100 pagine.
Difficile da reperire fuori dalla Toscana (bisogna richiederlo direttamente all'editore).
Si legge veloce. Ma ti resta dentro.
È la storia di Didala e del suo amore Ciro (detto Chittò), liceale di Viareggio e poi partigiano e poi marito e poi padre e poi trucidato dai nazisti nell'agosto del '44 (il maledetto agosto della strage di Sant'Anna).
Didala continua ancora oggi a lavorare per l'ANPI di Viareggio.
Qui una sua critica intervista del 2008 sul film di Spike Lee. E qui come lei stessa, il 28 agosto di quest'anno, ricorda la morte di Chittò.
Io e Chittò
Da giovanissimi io e Ciro eravamo tutti e due molto timidi. Io, per incontrarlo, andavo tutte le mattine in chiesa.
...
Far l'amore sotto le nocciole
Nelle campagne di Nola c'erano dei campi sterminati di alberi di nocciole, così bassi che i frutti potevano essere raccolti standovi sdraiati sotto. Quando Ciro portava il suo plotone a fare le marce mi chiamava, poi faceva sdraiare i soldati: noi ci mettevano sotto questi alberi e si stava insieme. I soldati quando si accorgevano che c'ero anch'io, erano contenti perché sapevano che avrebbero marciato poco e riposato.
Sant'Anna
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Infine vedemmo levarsi una nuvola di fumo. Noi pensavamo che avessero bruciato i boschi, ma l'odore non era di legna bruciata; era un'odore acre, non saprei come definirlo. Per molti anni il suo ricordo molto vivo mi ha fatto scappare quando, secondo un'abitudine molto comune, a casa si passava il pollo sul fuoco dopo averlo spennato. Non riuscivo proprio a sopportare quell'odore di carne bruciata.
...
In prossimità del paese, già lungo il viottolo cominciammo a vedere dei cadaveri straziati. Incontrando i primi gruppi di case mi colpirono le finestre aperte. La mia mente è rimasta impressionata da quell'immagine come una lastra fotografica. Le finestre aperte delle case mostravano l'interno tutto annerito: erano simili a bocche senza denti: un'immagine di distruzione.
Quando poi arrivammo in vista del sagrato della chiesa fu ancora più orribile: gli uomin frugavano tra i corpi carbonizzati in cerca di qualche segno dei loro cari. Alcuni piangevano e urlavano come belve ferite.
Quello che vedemmo non è possibile raccontarlo. Io non ci riesco nemmeno ora perché era una scena impossibile da descrivere. So che mi tappai gli occhi per non vedere e piansi quanto è possibile piangere. Io non potevo far nulla...
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