Apprendo dalla stampa
di un progetto per
la costruzione di un
tunnel sotterraneo a
Firenze. Mi vengono i
brividi, inorridisco di
fronte al pensiero
che noi andremo a
«minare» dalle fondamenta
quel capolavoro
di arte che la storia
ci ha lasciato. Minare,
sì, perché un
tunnel in cui passano
treni, anche a bassa
velocità, sotto i palazzi
storici è sicuramente paragonabile,
negli effetti di un possibile incidente, ad una notevole esplosione.
Questo prescindendo dalla bontà
del progetto e della sua realizzazione,
che sarà sicuramente allo «stato
dell'arte» ma mai e poi mai potrà essere
a rischio zero. Chi sta portando
avanti questo progetto? Le FS ed il
Comune di Firenze.
L'AD Moretti ed il sindaco Renzi potrebbero
passare alla storia come
gli artefici di una mirabile opera di
ingegneria che al prezzo di sconvolgere
la città per mesi e mesi, durante
i lavori, produrrà il «rilevante» effetto
di far arrivare i treni dieci minuti
prima.
Questo è proprio quello che si vuole?
I costi? I rischi? Siamo certi che
sia così importante l'opera in sé? La
sua realizzazione è sicuramente una
cosa rilevante per le imprese, i progettisti
e quant'altri vi siano coinvolti:
ma una volta realizzata migliorerà
di tanto le necessità di mobilità della
maggioranza degli
italiani? Di quelli che
quando salgono su un
treno si preoccupano
per prima cosa di vedere
quale sia la prima
porta utile «non guasta» da utilizzare per
la discesa. Non è raro
in un convoglio trovare
due, tre, quattro porte
guaste.
La costruzione della
stazione sotterranea di
sei piani cambierà le
cose? Non credo proprio,
e ribadisco il mio pensiero:
inorridisco di fronte alla prospettiva
che una società che risparmia sulle
manutenzioni delle porte gestisca
convogli sotterranei, sotto un gioiello
come Firenze (anche se città «piccola
e povera» secondo alcuni) e
che il sindaco di questa città si preoccupi
di «opere compensative» e
non del rischio a cui questo progetto
espone Firenze ed i fiorentini.
Salvatore Di Stefano
(ex Ferroviere)
Nessun commento:
Posta un commento