In passato non sono sempre stato d'accordo con alcuni miei amici sull'effetto di dipendenza che il web esercita su noi tutti. Mi è stato detto che sono "antico" (è un sinonimo di vecchio?) e che non capisco che l'essere sociale dell'uomo si esercita ai giorni nostri anche e soprattutto con il web. Io ho visto in me stesso alcune brutte derive, che mi hanno nel tempo fatto scegliere di abbandonare alcuni social-network e alcune pratiche di web per abbracciarne altre a mio parere meno stressanti e più compatibili con il mio essere. Oggi ho letto questo articolo e scopro di non essere poi così solo.
Non sono molto d’accordo, ma non c’entra niente l’essere o meno antichi. Per due motivi. 1) Sono sempre esistite due modalità diverse e parallele di comunicare: una intima, riservata a poche persone, legata alla condivisione di esperienze e una più allargata, di comunicazione e discussione. Nel primo caso si tratta di legami affettivi, nel secondo di legami sociali. Prima della rete per il secondo tipo di comunicazione c’erano la piazza, il barbiere o la parrucchiera, il bar, perché a differenza di ora erano luoghi fissi e i loro frequentatori non cambiavano ed erano un po’ come i contatti di un social network. 2) Chi sbaglia la rotta è il timoniere, non la barca. Le persone sospettose lo sono dovunque si esprimano, in rete o a casa, e così quelle fiduciose. E le persone che tendono a essere dipendenti troveranno sempre qualcosa o qualcuno da cui dipendere. Se una o più persone diventano alcolisti la colpa non è del vino, ma di problemi che se non ci fosse il vino si esprimerebbero in qualche altro modo. Io continuo a bere vino, ogni tanto, e a scrivere anche sui social le mie idee, sperando che serva per il confronto: come, per esempio, in questi giorni, sullo sciopero della scuola o sulla riforma elettorale.
RispondiEliminaOgni tanto rivedere gli obiettivi e gli strumenti...
RispondiEliminaEssere antichi è un privilegio, ma in questo caso non è il punto. Ciò che impedisce la socializzazione diretta, viso a viso, diventa disumano. quindi bisogna prendere le distanze opportune. Ognuno lo sa per se stesso. Bravo se ti accorgi per tempo :)
Allora anche scrivere delle lettere può essere disumano? O telefonare? O mandare una cartolina? Forse bisogna che ci siano entrambe, sia la comunicazione viso a viso sia quella da lontano. Sono sempre esistite entrambe e la rete, secondo me, non ha inventato nulla da questo punto di vista. E' solo un'opinione, naturalmente, e sono ben consapevole dei pericoli di una comunicazione solo a distanza come di quella che non tollera in alcuna forma la distanza.
EliminaMi sono spiegata male. In realtà accetto e apprezzo molto la comunicazione scritta, on line, telefonica etc ma, secondo me, non può essere esclusiva, ovvero l'unica modalità privilegiata.. Il mio essere antica ( antiquariato eh!) mi porta a cercare il contatto , il vedersi, il parlarsi.. spero di aver spiegato meglio il mio pensiero
EliminaCerto! Avevo messo un altro paio di commenti, uno qui dove scrivo ora per dire che anch'io credo che debbano andare in parallelo le due forme di comunicazione, e uno, più lungo, di risposta all'ultimo commento dell'autore del post,dove riprendevo una tua frase ma non sono comparsi; magari non ho salvato! Ora provo a riscrivere il secondo commento..
EliminaI due tipi di comunicazione sono sempre esistiti, non lo metto in dubbio. Ma il modo con cui viene usato adesso il secondo, la rete, è decisamente diverso da qualsiasi esperienza mai avvenuta prima nel passato. Il barbiere e la piazza adesso, a differenza del passato, sono ampi come una intera città o una intera nazione. Il barbiere e la piazza adesso tendono ad essere formati da gruppi omogenei. Il barbiere e la piazza tendono ad occupare sempre maggior tempo della giornata. Qualche ora in meno su FB e qualche ora in più per un libro o per il proprio hobby. Adesso riprendo a leggere Professione Angelo Custode (non uno dei migliori di Paasilinna, ma abbastanza avvincente per vedere come va a finire).
RispondiEliminaAvevo capito e rispetto la tua posizione, mentre non sono stata efficace nel comunicare la mia. Tutto può rendere dipendenti, per questo ho tirato in ballo il vino, che si può gustare senza diventare alcolisti. Il mio era una specie di elogio della sfumatura e della modulazione consapevole, contro le visioni del tipo bianco/nero, bene/male o di rinuncia agli aspetti positivi di qualcosa. Tutto, anche i pomodori, per dirne una, se se ne abusa diventa nocivo. In questo senso sono d’accordo con l’altra commentatrice di questo tuo post: ognuno lo sa per se stesso. Quanto ai caffè dell’articolo: io trovo che sia un segno di civiltà da parte di alberghi e altri esercizi pubblici dotarsi di wifi gratuito. Perché voglio decidere io se leggere o conversare e non farlo quando qualcuno – spilorcio o desideroso di non avere occupati troppo a lungo i tavoli - decide al mio posto cosa è bene per me in quel momento. I proibizionismi incrementano da sempre il desiderio dell’oggetto della proibizione e non sono autoeducativi; neanche educativi.
RispondiEliminaPer chiudere con un sorriso riporto un paio di frasi copiate da questo articolo:
RispondiElimina• Fugge dalle relazioni e dai legami duraturi. L'orso è così, schivo diffidente e molto solitario, vive con i suoi simili solo da piccolo e durante l'accoppiamento.
• La frase “sei un orso!” rivolta a qualche immusonito parente o amico, ha un suo fondo di verità. Gli orsi non cercano compagnia e non fanno “comunella” tra loro. Insomma non sono animali sociali e conducono una vita solitaria.
The Polite Polar Bear.
???? FOCUS ??? ahahhahaah... come si cambia...
EliminaState attente!
EliminaMomenti di vita: qui
EliminaSe vogliamo fare a gara come animali rispetto ai quali bisogna stare attenti..., ehm..., io sono leone con ascendente leone..., :)
EliminaLa foto dei momenti di vita è tremenda! A prima vista sembra che l'orso carezzi la foca o comunque socializzi, invece sta sicuramente per ucciderla visto che rappresenta l'elemento principale della sua dieta! Sono un'appassionata quasi compulsiva di documentari su animali e la predazione mi dà sempre qualche problema. Purtroppo rappresenta l'80% se non di più dei temi di tali documentari e questo la dice lunga su noi umani e le nostre proiezioni...
EliminaFoto bellissime!!!! Super bellissime! Le ho inviate al fotografo per riprodurle in immagini stampate ed alcune le dipingerò sicuramente. Gli animali rappresentano il mio tema preferito, un critico d'arte ha scritto che attraverso i miei dipinti io racconto la vita ed i riti degli animali un po' come nei documentari.
RispondiEliminaCi sarebbe moltissimo da argomentare in questo post, vorrei dire una cosetta semplice. Mio padre amava la scrittura vincendo qualche piccolo premio, scriveva ai giornalisti di quotidiani o altro per dire la sua opinione, gli rispondevano sempre e qualche volta lo pubblicavano, la mamma che a 79 anni ha imparato l'uso del pc dice sempre che papà di questi tempi avrebbe potuto raggiungere il mondo intero, comunicare, sentirsi meno solo e spesso incompreso nella realtà contadina in cui vivevamo. Ha fatto sua la frase in cui tendiamo sempre a dire: era meglio quando...quando c'era la carrozza invece dell'automobile? Naturalmente ogni strumento va usato con il giusto criterio.
RispondiEliminaAlessandra, non ti conosco, ma grazie! Quella che tu chiami "una cosetta semplice" spiega molto meglio delle mie parole ciò che volevo dire! Aggiungo una cosetta semplice anch'io. in questi giorni sono ingessata in seguito a un infortunio e certo ricevo molte visite e telefonate; fra poco, per esempio, mi "prelevano" per portarmi a mangiare il pesce su un retone sull'Arno..., ma inevitabilmente sono tagliata fuori da molte esperienze sociali che avrei condiviso, nella mia città, dal funerale di una persona che rappresentava a Pisa il simbolo della resistenza, alle manifestazioni contro la cosiddetta buona scuola, ai cinema o spettacoli lontani dai parcheggi accessibili a chi eventualmente mi accompagna, eccetera. Almeno ho potuto partecipare virtualmente, condividendo i miei pensieri o il mio dispiacere per non poter essere presente, in rete.
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