Il lunedì era un giorno pericoloso per chi aveva a che fare con Daniela. Già
salendo le scale era possibile percepire dalla sua espressione l'aria che tirava
e, quindi, era bene regolarsi di conseguenza. Ovvero non rivolgerle la parola,
se non strettamente necessario, e, possibilmente, non invadere il suo spazio
vitale che iniziava almeno a un metro dalla sua postazione. A chi non rispettava
queste regole era riservato un suo "amichevole" ringhio. Questo non
perché il lunedì fosse il primo giorno di lavoro della settimana, per Daniela
l'Arsenale non era un lavoro, era la sua vita, bensì perché era il giorno in cui
cadeva la temibile e temuta telefonata alla distribuzione di Firenze e in cui
l'onnipotente distribuzione di Firenze decideva (e decide) il tuo destino: ti
concederà per il fine settimana una prima visione proponibile o ti obbligherà
a programmare il film che nessuno ha voluto? Così funziona in Toscana la distribuzione,
prima mangiano i più forti e poi, se resta qualcosa, gli altri. E allora
erano urla e strepiti, litigate furibonde che spesso si risolvevano in
sconfitte piene di amarezza e umiliazione che Daniela mal digeriva. Questo il
lunedì, ma già il martedì l'energia era tornata quella di sempre, la avvertivi
salendo le scale, e la trovavi a ragionare del nuovo programma, del nuovo incontro,
della nuova rassegna. Fra le tante cose che Daniela ci ha lasciato e
che conserviamo gelosamente, la sua caparbietà è fra quelle più preziose,
rialzarsi sempre anche quando le circostanze ti farebbero venire voglia di mollare.
Il giorno che lasciò l'Arsenale per subire il primo intervento chirurgico, Daniela
dette a tutti noi delle consegne, dettagliate e perentorie come sempre, e, insieme
a queste, un desiderio, quello di celebrare in qualche modo uno dei
suoi più amati autori di cinema, Orson Welles, di cui si ricorda quest'anno il
centenario della nascita. Per la verità aveva anche in mente di dedicargli la
tessera di quest'anno e chi l'ha convinta a non farlo ora si sente anche un po'
in colpa. Da quel giorno Daniela non è più tornata e gli eventi hanno preso
un corso così rapido quanto inesorabile che ci ha un po' travolto. Ci piacerebbe
esaudire in modo più compiuto il suo desiderio dedicando, alla nostra
riapertura autunnale, una rassegna ad Orson Welles. Un piccolo regalo, però,
vogliamo farglielo in questo mese di giugno, che è anche il mese del suo compleanno,
aprendo la stagione delle proiezioni estive del Giardino Scotto con
un evento speciale ad ingresso gratuito: una serata Orson Welles, con la proiezione
del suo film ritrovato Too Much Johnson accompagnato con musica
dal vivo e, a seguire, il suo capolavoro Quarto potere. Too Much Johnson è
un film rimasto incompiuto, probabilmente la prima pellicola diretta da Orson
Welles nel 1938 che si pensava perduto. Il mediometraggio (66') è stato riscoperto
nel 2008. Le bobine sono state ritrovate casualmente in un magazzino
a Pordenone e il film, restaurato, è stato proiettato in prima mondiale il
9 ottobre 2013 alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone.
Questo ci sembra il modo più appropriato per esaudire un desiderio espresso
quel giorno che Daniela lasciò l'Arsenale. Quel giorno che lasciò l'Arsenale lei
non sapeva che sarebbe stato l'ultimo e nemmeno lo sapevamo noi abituati
ad associare indissolubilmente a lei quella sedia, quel tavolo, quel computer,
abituati a vederla seduta alla sua postazione ogni volta che salivamo le scale,
ogni giorno della settimana, ogni ora del giorno. Nessuno poteva immaginarlo.
Per quelle strane, incredibili, imprevedibili coincidenze che a volte la
vita ci riserva, il suo computer da quel giorno ha smesso di funzionare. Si sa
che le macchine lo fanno, un giorno funzionano e il giorno dopo, quando
meno te lo aspetti, smettono di funzionare. O forse non è stata una coincidenza,
forse quel computer serviva da un'altra parte e forse c'è un posto
dove quel computer continua a funzionare.
[Tratto dal programma Giugno 2015 dell'Arsenale]
[Tratto dal programma Giugno 2015 dell'Arsenale]
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