Intervista a Lorenza Carlassare (costituzionalista, coetanea della mia mamma).
Il timore è quello di ripetersi. Eppure sembra che le numerose, accorate, obiezioni dei (tantissimi) costituzionalisti sulla riforma del Senato, non siano state ascoltate nemmeno in parte. Lorenza Carlassare, professore emerito di Diritto costituzionale a Padova, comincia così: “La composizione del Senato non è solo incerta. È disastrosa: un piccolo gruppo di persone si autonomina. Oltre al caos provocato da senatori part - tim e che provengono dai consigli regionali, c’è un’anomalia anti democratica. Un meccanismo che non ha nulla a che vedere con quanto accade in qualunque altra democrazia”.
Indietro non si torna, dicono. Perfino il presidente Mattarella, pur mantenendo quella posizione di “sereno distacco” che il suo ruolo esige, ha trovato il modo di dire che nel nostro sistema non è ammissibile un uomo solo al comando. Non si riferiva a nessuno, però l’ha voluto sottolineare. E invece io credo sia proprio questo l’obiettivo cui tendono tutte le riforme: si sta neutralizzando il popolo, cioè la fonte che legittima il potere. Con la democrazia, poi, va a farsi benedire anche il costituzionalismo, che prevede poteri che reciprocamente si controllano e si bilanciano. Qui tutto mira a indebolire la forza degli altri poteri in favore dell’esecutivo.
Il governo che governa. Il governo che domina: il Senato, così com’è costruito, sarebbe controllato dalla maggioranza di governo. La Camera naturalmente lo è, grazie a quel meccanismo iper-maggioritario, contenuto nell’Italicum, con il premio che va alla lista e non alla coalizione.
Non votiamo più per niente: per i consigli provinciali, per il Senato... Senza dire del sistema elettorale della Camera.
Si vuol togliere voce ai cittadini. L’ho detto tante volte, ma ripeterlo non fa male, vista l’ostinazione di questa maggioranza. Che poi, a ben guardare, è una maggioranza trovata di volta in volta, una maggioranza numerica, casuale. Non una maggioranza politica. Nelle due Camere, gli allegri transfughi sono in aumento: deputati e senatori che si fanno trovare sull’attenti quando il potere chiama. Naturalmente per avere in cambio ricompense di varia natura.
Parlamento che poi è anche minato dalla sentenza che dichiara incostituzionale il Porcellum.
Ecco: abbiamo non solo una maggioranza casuale, ma una maggioranza che si è formata attraverso un meccanismo dichiarato illegittimo. Dunque, la maggioranza esiste in base a un’illegittimità. È inutile che continuino a dire che “hanno i numeri”. Se non esisteva quel premio previsto dal Porcellum, la maggioranza non c’era proprio. È assolutamente paradossale che pretendano di restare al governo e pure di scassinare l’architettura costituzionale!
Secondo lei perché il governo insiste tanto? Si può fare una prova di forza politica sulla Costituzione?
Il presidente del Consiglio sa benissimo che se va alle elezioni perde. E poi certamente no, non si può fare una prova di forza sulla legge fondamentale. Il procedimento di revisione costituzionale è costruito sulla doppia deliberazione e su maggioranze più ampie. Perché? La finalità è non consentire che ogni maggioranza cambi a proprio piacimento la Costituzione, lo scopo è dare alla Carta una stabilità nel tempo. Il meccanismo è pensato per ottenere un consenso più ampio possibile, in modo che si proceda con ponderazione. Che è completamente mancata, perché i tempi della discussione sono stati contingentati a suon di sedute notturne. Ma in materia costituzionale non si possono forzare i tempi: è tutto contro l’articolo 138.
La necessità di tornarci sopra è evidente, moltissimi sono d’accordo soprattutto riguardo al nodo dell’elettività dei senatori. A parte Renzi: ma è tecnicamente possibile apportare variazioni al testo?
È assolutamente necessario che il discorso si riapra. E si arrivi a qualcosa di conforme alla Costituzione, anche nei procedimenti. Il senso de ll ’articolo 138 è proprio che una maggioranza – a nche legittima, e questa non lo è – non possa arrivare da sola a modificare la Carta.
Ma è possibile che la Corte dichiari illegittimo anche l’Italicum? Assolutamente sì. Ha gli stessi difetti del Porcellum. È una prova di forza pericolosa in tutti i sensi: non possiamo continuare ad avere un Parlamento eletto in base a leggi illegittime. Non dimentichiamo che nella sentenza numero 1 del 2014 la Corte è stata chiara: in tutti i suoi richiami si fa riferimento al principio di continuità dello Stato per un breve periodo. La Corte costituzionale dice che il Parlamento può continuare a lavorare fino a nuove elezioni, ma di certo non pensava – e ribadisco: è chiarissimo in più punti della sentenza – a una legislatura intera.
Il timore è quello di ripetersi. Eppure sembra che le numerose, accorate, obiezioni dei (tantissimi) costituzionalisti sulla riforma del Senato, non siano state ascoltate nemmeno in parte. Lorenza Carlassare, professore emerito di Diritto costituzionale a Padova, comincia così: “La composizione del Senato non è solo incerta. È disastrosa: un piccolo gruppo di persone si autonomina. Oltre al caos provocato da senatori part - tim e che provengono dai consigli regionali, c’è un’anomalia anti democratica. Un meccanismo che non ha nulla a che vedere con quanto accade in qualunque altra democrazia”.
Indietro non si torna, dicono. Perfino il presidente Mattarella, pur mantenendo quella posizione di “sereno distacco” che il suo ruolo esige, ha trovato il modo di dire che nel nostro sistema non è ammissibile un uomo solo al comando. Non si riferiva a nessuno, però l’ha voluto sottolineare. E invece io credo sia proprio questo l’obiettivo cui tendono tutte le riforme: si sta neutralizzando il popolo, cioè la fonte che legittima il potere. Con la democrazia, poi, va a farsi benedire anche il costituzionalismo, che prevede poteri che reciprocamente si controllano e si bilanciano. Qui tutto mira a indebolire la forza degli altri poteri in favore dell’esecutivo.
Il governo che governa. Il governo che domina: il Senato, così com’è costruito, sarebbe controllato dalla maggioranza di governo. La Camera naturalmente lo è, grazie a quel meccanismo iper-maggioritario, contenuto nell’Italicum, con il premio che va alla lista e non alla coalizione.
Non votiamo più per niente: per i consigli provinciali, per il Senato... Senza dire del sistema elettorale della Camera.
Si vuol togliere voce ai cittadini. L’ho detto tante volte, ma ripeterlo non fa male, vista l’ostinazione di questa maggioranza. Che poi, a ben guardare, è una maggioranza trovata di volta in volta, una maggioranza numerica, casuale. Non una maggioranza politica. Nelle due Camere, gli allegri transfughi sono in aumento: deputati e senatori che si fanno trovare sull’attenti quando il potere chiama. Naturalmente per avere in cambio ricompense di varia natura.
Parlamento che poi è anche minato dalla sentenza che dichiara incostituzionale il Porcellum.
Ecco: abbiamo non solo una maggioranza casuale, ma una maggioranza che si è formata attraverso un meccanismo dichiarato illegittimo. Dunque, la maggioranza esiste in base a un’illegittimità. È inutile che continuino a dire che “hanno i numeri”. Se non esisteva quel premio previsto dal Porcellum, la maggioranza non c’era proprio. È assolutamente paradossale che pretendano di restare al governo e pure di scassinare l’architettura costituzionale!
Secondo lei perché il governo insiste tanto? Si può fare una prova di forza politica sulla Costituzione?
Il presidente del Consiglio sa benissimo che se va alle elezioni perde. E poi certamente no, non si può fare una prova di forza sulla legge fondamentale. Il procedimento di revisione costituzionale è costruito sulla doppia deliberazione e su maggioranze più ampie. Perché? La finalità è non consentire che ogni maggioranza cambi a proprio piacimento la Costituzione, lo scopo è dare alla Carta una stabilità nel tempo. Il meccanismo è pensato per ottenere un consenso più ampio possibile, in modo che si proceda con ponderazione. Che è completamente mancata, perché i tempi della discussione sono stati contingentati a suon di sedute notturne. Ma in materia costituzionale non si possono forzare i tempi: è tutto contro l’articolo 138.
La necessità di tornarci sopra è evidente, moltissimi sono d’accordo soprattutto riguardo al nodo dell’elettività dei senatori. A parte Renzi: ma è tecnicamente possibile apportare variazioni al testo?
È assolutamente necessario che il discorso si riapra. E si arrivi a qualcosa di conforme alla Costituzione, anche nei procedimenti. Il senso de ll ’articolo 138 è proprio che una maggioranza – a nche legittima, e questa non lo è – non possa arrivare da sola a modificare la Carta.
Ma è possibile che la Corte dichiari illegittimo anche l’Italicum? Assolutamente sì. Ha gli stessi difetti del Porcellum. È una prova di forza pericolosa in tutti i sensi: non possiamo continuare ad avere un Parlamento eletto in base a leggi illegittime. Non dimentichiamo che nella sentenza numero 1 del 2014 la Corte è stata chiara: in tutti i suoi richiami si fa riferimento al principio di continuità dello Stato per un breve periodo. La Corte costituzionale dice che il Parlamento può continuare a lavorare fino a nuove elezioni, ma di certo non pensava – e ribadisco: è chiarissimo in più punti della sentenza – a una legislatura intera.
Chiarissima
RispondiElimina