sabato 19 dicembre 2015

C'è del marcio in Danimarca (parte 2)

Tre mesi fa la parte 1 qui.

Oggi leggo anche questo:

Attenzione: questo non è uno scherzo. Forse voi lo sapete già. Io l’ho letto solo ieri sul Washington Post. Il 10 dicembre il governo danese ha presentato un disegno di legge che autorizza le autorità di polizia a perquisire i richiedenti asilo e gli altri migranti entrati nel paese per cercare e sequestrare qualunque oggetto di valore, compresi i gioielli personali, serva a pagare le spese del loro soggiorno. Al quotidiano, che aveva evidentemente chiesto spiegazioni, ha così risposto il ministro danese incaricato (perché le disgrazie non vengono mai sole) dell’“integrazione”. La norma dovrebbe entrare in vigore da febbraio, e si applicherebbe anche ai migranti già nel paese. Il ministro “per l’integrazione” precisa che i richiedenti asilo e i migranti potranno tenere l’orologio e il telefono cellulare. Fra i gioielli, potranno tenere quelli che abbiano per loro un particolare valore sentimentale, purché non siano preziosi. La risposta dell’opposizione è stata pragmatica: la legge è inutile, perché questa gente in genere non arriva carica di gioielli e oggetti di valore. In effetti, sono passati attraverso una quantità di setacci che li hanno rapinati di tutto. La legge danese ha un’ispirazione criminale, ma rassegnata: rapinare i rapinati. Qualcuno ha pensato a un futuro museo dell’immigrazione – o, per completezza, dell’integrazione – in cui saranno esposte le fedi sfilate dagli anulari degli asilanti. Per rassicurare, qualcuno ha spiegato che il governo danese vuole semplicemente dissuadere i migranti e i richiedenti asilo (senza distinzione) dallo scegliere le sue frontiere. E’ un fatto che questo meraviglioso disegno di legge fa somigliare i migranti a corrieri della propria povera roba. E come si farà con quelli che, imitando i corrieri della droga, ingoieranno le loro fedi?
(Adriano Sofri)

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