martedì 8 dicembre 2015

Il museo dell'abate bibliotecario

Durante l'ultimo dei miei soliti week-end trevigiani ho aprofittato per visitare il rinnovato museo civico trevigiano Luigi Bailo (un abate bibliotecario), riaperto poco meno di un mese fa dopo più di 10 anni di restauro. Devo dire che sono rimasto estremamente e positivamente meravigliato per l'ottimo risultato che ho visto. La nuova bella e moderna struttura è circondata dai tradizionali medioevali edifici di Treviso e la cosa non stona minimamente: è la stessa isomorfa sensazione che si può vivere a Rovereto quando si scorge il MART circondato dalle vecchie case trentine. All'interno del Bailo ho visto ben esposte moltissime opere (il predominio essendo naturalmente di Arturo Martini) che mi hanno fatto scoprire degli artisti locali del '900 che nulla hanno da invidiare a tutti quelli visti a Forlì nella mostra del '900. Qui sotto, in ordine sparso, alcune opere che mi sono piaciute. Unici due nei: 1. le targhette didascaliche che illustrano le singole opere sono di un materiale riflettente che ne rende molto difficile la lettura; 2. che fine ha fatto l'immensa raccolta Salce di manifesti del '900 che una volta era depositata al Bailo?











Ultim'ora: ho ascoltato le dichiarazioni del (mio omonimo) ministro della cultura e ho curiosato sul web e ho capito che la Collezione Salce (24580 manifesti) è in corso di digitalizzazione (il ministero ha stanziato più di un milione di euro per la catalogazione e la sua verifica dal punto di vista scientifico e formale) terminata la quale nel 2016 una parte dei manifesti tornerà ad essere fruibile al pubblico nella chiesa di San Gaetano a Treviso.

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