E chissà dove sarai amico
ripensandoti ti rivedo in me
la visione che avevi dell’amore
la tua ironia, e chissà dove sarai
Spesso da ragazzi passavamo insieme
sere inutili e fu in un giorno di
festa per gioco lo so, io lo so
lessi nella tua mano, vidi sulla mano
la tua fine…
E così oggi, dalla mia memoria,
scelgo il meglio della vita
e del suo veloce volo
che finisce, come sempre accade,
troppo presto
Qualcosa un po’ di te
mi è rimasto dentro
indimenticabile per gioco
lo so io lo so
lessi nella tua mano,
vidi sulla mano
la tua fine…
(Franco Battiato, Antony)
Non lo sapevo, ma ho scritto questo post negli stessi istanti in cui te ne andavi... (entanglement)
Perdere un amico, perdere con lui anche una parte di sé, non sapere come fare per dirgli le cose rimaste sospese perché pensavamo che tanto ci sarebbe stato altro tempo. La prima volta ero ancora una bambina, alle soglie dell’adolescenza. Andavamo insieme in bicicletta tutta tutta l’estate, per il resto dell’anno lui abitava in città. Poi è successo di nuovo che avevo poco più che venti anni ed erano le due mie più care amiche, morte insieme in un incidente; e poi poco dopo, altre due volte. Ho imparato non so come a convivere con l’idea della morte, avendo contattato così precocemente quella più insensata. Ho capito che bisogna metterli a dimora dentro di noi e prestare loro un po’ della nostra vita per continuare a parlare con loro.
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